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Attualità | 26 maggio 2023, 11:29

Tanta gente per Mercalli e Pileri: cresce il no al maxicentro logistico di Pernate

Tanta gente per Mercalli e Pileri: cresce il no al maxicentro logistico di Pernate

Pienone ieri sera alla sala della Fondazione Faraggiana, troppo piccola per contenere il grande pubblico che è accorso per partecipare alla serata promossa dalle associazioni ambientaliste e dedicata al tema del consumo di suolo, ed in particolare al caso di Pernate, dove il Comune di Novara intende realizzare un maxi centro logistico da oltre 800.000 metri quadrati. Relatori della serata il climatologo Luca Mercalli, volto molto noto della televisione, e Paolo Pileri, docente di Pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano, autore di numerosi libri sul tema del consumo di suolo.

Il caso di Novara è stato riletto in filigrana rispetto ai recentissimi tragici eventi della Romagna. Mercalli e Pileri hanno sottolineato come sono le politiche di ininterrotto consumo di suolo a generare quanto è accaduto nei giorni scorsi a Ravenna e Cesena. “L’unica risposta concreta ad una catastrofe come quella accaduta in Romagna – ha sottolineato Pileri - è un ripensamento globale del modello di governance dei territori”. “Sicuramente – ha spiegato Pileri – abbiamo bisogno di una legge nazionale contro il consumo di suolo. Ma dobbiamo imparare a immaginare che il suolo sia un ecosistema che non può essere gestito dal Piemonte in un modo dalla Lombardia, in un’altra, dall’Emilia Romagna, in un altro ancora".

“E soprattutto non dobbiamo dimenticare che l’Emilia Romagna, che ha una legge che è considerata eccezionale contro il consumo di suolo, è la regione che ha più urbanizzato in assoluto, anche in aree a pericolosità idraulica”.

Citando i dati ufficiali, l’urbanista ha messo in luce come anche il Piemonte sia un terrtitorio pesantemente interessato da forte consumo del suolo, e come l’esempio di Pernate sia un altro caso in questa stessa linea. “Oggi – ha aggiunto – che siamo pieni di cemento e di aree impermeabilizzate, in presenza di cambiamenti climatici non possiamo più usare i criteri decisionali dell’altro ieri. Dobbiamo cambiare modo di pensare. Ci vuole una cultura nazionale di protezione ambientale, cosa che non c’è: i nostri ministri dicono che la colpa è degli ambientalisti del no. E questo vuol dire che non stanno capendo le cose”.

ECV

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