Per la tragedia del Mottarone del 23 maggio 2021 La procura di Verbania chiede di processare il titolare dell’impresa di gestione della funivia Luigi Nerini, il direttore tecnico Enrico Perocchio, il caposervizio Gabriele Tadini per il reato di “rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro”.
Si legge nell’avviso di chiusura indagini: “In concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, anche in tempi diversi, (…) apponevano i c.d. forchettoni di colore rosso sulla parte superiore del carrello delle cabine n. 3 e 4 della tratta Alpino-Mottarone – Tadini materialmente, Nerini e Perocchio avallando e, in tal modo, rafforzando la determinazione del caposervizio, e, pertanto, apponevano dei dispositivi di esclusione di una funzione di sorveglianza-sicurezza, (…) aventi la funzione di escludere il sistema frenante di emergenza della cabina, tenendo aperte le ganasce poste sulla fune portante dell'impianto, in tal modo rimuovendo un sistema di sicurezza destinato a prevenire disastri e/o infortuni sul lavoro”. Il reato è aggravato, per quanto accaduto il 23 maggio 2021, dal disastro costato la vita a 14 persone.
Nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari al titolare dell’impresa di gestione della funivia del Mottarone, Luigi Nerini, al direttore tecnico Enrico Perocchio e il caposervizio Gabriele Tadini è contestato anche il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti.
Nei confronti dei tre indagati principali e di Anton Seeber, Martin Leitner e Peter Rabanser vengono ipotizzati anche i reati di disastro colposo e omicidio colposo plurimo e lesioni colpose gravi.
A Tadini e Perocchio la Procura di Verbania contesta anche il reato di falsificazione di atto pubblico.
L'avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato emesso anche nei confronti delle società Ferrovie del Mottarone srl e Leitner spa per l'illecito amministrativo dipendente dai reati di omicidio colposo e lesioni colpose.