Un racconto che segue il dipanarsi della storia, di strage in strage, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi: è il filo conduttore di “Traditori”, l’ultimo lavoro del condirettore dell’AGI Paolo Borrometi, ieri pomeriggio a Novara per una presentazione promossa dall’amministrazione provinciale.
“Un libro che non assolve nessuna parte politica – dice Borrometi – e che mette in evidenza, attraverso l’approfondimento dei documenti storici, la lunga catena di depistaggi che hanno caratterizzato la storia dell’Italia”. Borrometi ha ripercorso con efficacia alcuni degli episodi più gravi attraversati da anomalie e depistaggi: da Portella della Ginestra a via Fani, dall’Italicus al Rapido 904, da Bologna a Capaci e Via d’Amelio, fino all’arresto di Matteo Messina Denaro.
“Non mi interessa – ha sottolineato Borrometi – stabilire le responsabilità penali: non è compito di un giornalista. A me interessa far parlare i documenti, per fare in modo che ciascuno possa formarsi una opinione. Il mio libro è anche una provocazione: nella storia che ho raccontato chi sono i traditori ma anche tanti servitori. Parlo non solo di persone che hanno infangato e depistato ma anche di tante donne e uomini che con la divisa o l’abito talare o nel ruolo istituzionale hanno servito lo Stato, spesso lasciati soli e infamati. È per questo – ha concluso Borrometi – che dobbiamo stare accanto in vita a tutti coloro che cercano verità e giustizia. Perché la ricerca della verità è la prima forma di libertà”.