Nella pianura risicola intorno a Novara, che è un esempio molto evidente dell’intervento dell’uomo sull’ambiente naturale, a due passi dal centro storico sopravvive quasi miracolosamente una piccola isola di biodiversità. Che ha come protagonista la “Isoetes malinverniana”, una felce acquatica che vive all'interno dei canali e delle risorgive, in specifiche condizioni ambientali: acque correnti tendenzialmente fresche e povere in nutrienti, substrato sabbioso e buone condizioni di illuminazione. Scoperta nella seconda metà dell'800, caratterizzava i fossi e i canali di Piemonte e Lombardia, e a partire dagli anni '70 e '80 del 900, è diventata sempre più rara, tanto da essere inserita nella lista delle piante a forte minaccia di estinzione globale. Una delle sole due aree in cui la Isoetes sopravvive è una piccola porzione di territorio con due risorgive, nella zona nord di Novara.
“Ad agosto 2021 – racconta all’Agi Piermario Travaglia, agronomo del Comune di Novara - mi sono agganciato alla ricercatrice dell’università di Torino che ha avuto il compito di mappare la presenza sul territorio incaricata da IPLA, l’istituto della Regione Piemonte che si occupa di piante e ambiente. Recuperate le mappe storiche delle risorgive e le foto satellitari, ci siamo confrontati con i colleghi, ormai anziani, che negli anni 80/90 avevano individuato alcune piante e ipotizzato la presenza in alcuni tratti ma mai esplorati.” “Con gli stivali da pescatore – racconta ancora Travaglia – ci siamo avventurati dentro queste risorgive ormai quasi abbandonate risalendo contro corrente fino alla testa, con la roncola per passare tra i rovi, sprofondando nel fango fino alle ascelle e passando tra animali di tutti i tipi. Abbiamo ritrovato le piante, poco più di un centinaio. Una spedizione naturalistica d'altri tempi e per me molto emozionante”
La storia della felce d’acqua riscoperta sarà uno degli argomenti più interessanti di un convegno in programma domani al Castello di Novara, dal titolo “Il verde oltre il giardino”. Che annuncia altre curiosità: dallo studio conclusivo di una nuova "sindrome" che colpisce i platani e causata dal cambiamento climatico all'isola di calore e il suo rapporto con il verde e le attività antropiche.