“Andrà tutto bene”, “Saremo tutti migliori”, sono alcuni degli slogan che sentivamo ripetere quotidianamente durante il lockdown per la pandemia.
Non è andata proprio così.
Il Covid-19 è stato quasi del tutto debellato, ma sono rimasti un nervosismo e una litigiosità latenti, un senso di insicurezza, difficoltà sanitarie, problematiche economiche e realtà di disagio.
Forse, però, il lockdown almeno un merito lo ha avuto: quello di farci scoprire il turismo di prossimità e quindi di farci innamorare del bello che c’è sotto i nostri occhi, vicino a casa.
Perché andare fino in Provenza per ammirare i campi fioriti di lavanda, quando a Sale Langhe o nel Pinerolese ne troviamo di altrettanti suggestivi? Ho visto bambini carezzare e scoprire la corteccia pelosa dell’altissima sequoia nel Parco del Castello di Miradolo, senza dover attraversare l’oceano e andare in California… Le cascate del Toce non sono grandiose e spettacolari come quelle del Niagara, ma lasciano comunque a bocca aperta…
Le acque dei torrenti dell’Alessandrino e del Biellese sono ricche di pagliuzze d’oro, come quelle del Klondike…
I cammini di Oropa o la via Francigena sono in grado di offrire fatica, ospitalità e suggestioni, quasi alla pari con Santiago de Compostela... vuoi mettere passeggiare a cavallo per Langhe, Monferrato o Roero, forse addirittura meglio che andare in Borgogna…Percorrere salite e discese in mountain bike? Basta andare su e giù per la Via del Sale senza trasferirci in Olanda….
E l’elenco potrebbe continuare all’ infinito. Il bello c’è, e a un tiro di schioppo dalle nostre città. Si risparmiano soldi e si incrementa il turismo locale. Scusate se è poco! E così potremo dire che, alla fine, il lockdown ci ha resi migliori.
Almeno un pochino.