Un'area che entro il 2025 sarà in grado di assorbire oltre 15.700 occupati, e che rappresenta un'eccellenza a livello europeo, al pari dell' Isle de France, della Catalogna, della Baviera e dei Paesi Bassi: è la cosiddetta 'Regione logistica milanese' al centro della quale c'è Novara e il suo territorio, una delle zone in cui più si concentrano i corridoi internazionali delle merci.
E mentre a Novara la polemica politica si concentra in questi mesi sul tema del consumo di suolo dovuto proprio al dispiegarsi della sua forte vocazione territoriale logistica, operatori, mondo associativo ed enti locali ripropongono i disegni di forte crescita del settore, ma provano ad 'avvolgerli' con il linguaggio della sostenibilità. Lo hanno fatto ieri pomeriggio nell'antico palazzo comunale del Broletto nel corso del convegno di presentazione del progetto No.Ve., con il quale i territori del novarese e del vercelllese stanno costruendo un piano di azione comune sull'innovazione e la sperimentazione di nuovi modelli di sviluppo sostenibile, coinvolgendo in questa attività i principali stakeholders del territorio.
L’incontro è stato aperto dal sindaco di Novara, Alessandro Canelli, poi Marcello Tadini dell’Università del Piemonte Orientale, ha illustrato il quadro della evoluzione insediativa della logistica nel novarese, Umberto Ruggerone, Presidente di Assologistica, ha parlato del rapporto fra le logistiche, formazione occupazione e territori alla luce delle nuove tecnologie, mentre Sergio Lo Monte, Segretario Nazionale di Confartigianato trasporti, ha toccato il tema della logistica sostenibile nella realtà aziendale.
Anna Ida Russo, Ceo di Trasgo, una delle maggiori aziende novaresi del settore, ha respinto la 'demonizzazione' della logistica come 'distruttrice di suolo' rivendicando un modo "buono" di operare in questo settore. Una voce in parte fuori dal coro è stata quella di Guido Vallino, urbanista del sistema Confindustria, che ha detto tra l'altro che "il mancato governo dello sviluppo della logistica sta erodendo in modo forte le possibilità di insediamento del manifatturiero" ed ha sottolineato come l'espansione a macchia di leopardo degli insediamenti logistici anziché la concentrazione in un minor numero di piattaforme crei anche maggiori problemi per i servizi con le relative conseguenze sui territori.
In sala anche i rappresentanti del Comitato per Pernate: oggi saranno in piazza per dire no al maxicentro logistico che si vorrebbe realizzare a pochi metri dalle case della frazione. Una logistica che, al di là delle narrazioni da convegno, per le loro vite è tutt’altro che sostenibile.