Novara ha tutte le carte in regola per puntare a diventare un campione di bioeconomia circolare in Italia e un hub di eccellenza per la ricerca e l’innovazione del settore. Nasce così il documento presentato oggi dall’amministratore delegato di Novamont Catia Bastioli e dal Sindaco di Novara Alessandro Canelli. Che la città piemontese, la seconda per dimensioni dopo Torino, porti con sé una vocazione specifica all’innovazione lo dice la storia: qui, con Giacomo Fauser e l’istituto Guido Donegani, è nata la moderna chimica industriale italiana. E qui, a partire dall’intuizione di Raul Gardini di legare la chimica all’agroindustria è nato il primo progetto di integrazione tra la chimica e l’agricoltura con le prime attività pionieristiche di Novamont, oggi colosso mondiale della bioplastica e della chimica green.
“La transizione ecologica – ha spiegato Catia Bastioli - non sta avvenendo rapidamente come speravamo, questo anche a e soprattutto a causa della paura dei cambiamenti. Ma occorre intervenire in modo radicale attraverso dei “ponti” per non bloccare la transizione stessa. L’ostacolo maggiore rimane il salto culturale, ma costruire insieme un modello diverso attraverso la bioeconomia circolare è possibile con una forte rete sul territorio. E le città sono il luogo perfetto per creare progetti di sviluppo”.
“La parte pubblica gioca un ruolo fondamentale – dice il Sindaco di Novara Alessandro Canelli – ma altrettanto importante è il compito del privato. Ecco perché è importante coordinarsi per arrivare quanto prima a risultati concreti”.
L’idea incrocia anche il tema della rigenerazione urbana di parti della città: il manifesto lancia l’idea di una grande azione di riqualificazione dello storico quartiere industriale a nord est della città, il quartiere di S.Agabio, affollato di aeree produttive dismesse, ma anche sede di centri rilevanti di produzione e ricerca, tra cui la stessa Novamont. “Qui – dice il manifesto – potrebbe nascere un consorzio pubblico privato nel quale sviluppare una intera filiera di ricerca e formazione”. Il manifesto propone poi una serie di suggestioni in tema di riciclaggio del rifiuto organico, di progettazione di aree verdi di nuova concezione, di spazi per l’agricoltura sostenibile e di promozione degli acquisti verdi, anche in relazione con l’università, il tessuto industriale esistente e le realtà del terzo settore.
“A Novara – ha concluso Canelli - stiamo già lavorando da tempo a progetti di bioeconomia. Ora daremo vita ad un gruppo di lavoro ristretto ma rappresentativo che si metterà intorno ad un tavolo per mettere in campo progetti pilota e iniziare a sperimentare facendo sistema su quello che già si sta facendo e andando oltre. I progetti sono gli strumenti operativi per ottenere le risorse necessarie per renderli concreti”.