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Cronaca | 01 settembre 2022, 19:10

Maxi operazione contro la 'ndrangheta, arresti anche a Novara

Il blitz nelle prime ore del mattino di oggi, “focus” dell’operazione sono stati Cosenza e diversi altri centri della Calabria

Foto Archivio

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Sfiora anche Novara la maxioperazione contro la criminalità organizzata coordinata dalla DDA di Catanzaro ed eseguita nelle prime ore del mattino di oggi da Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza nei confronti di 202 indagati di cui 139 destinatari di custodia cautelare in carcere, 50 di arresti domiciliari, 12 di obbligo di dimora, e una della misura interdittiva dello svolgimento di attività professionale.

Associazione di tipo 'ndranghetistico, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravato dalle modalità e finalità mafiose, associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti inerenti all'organizzazione illecita dell’attività di giochi - anche d'azzardo - e di scommesse, delitti di riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori, nonche' in ordine ad altri numerosi delitti, anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose: sono alcuni dei reati contestati a vario titolo nell'ambito dell'operazione.

Novara è una delle città, dove, secondo le informazioni fornite alla stampa nel corso di una conferenza stampa degli inquirenti, sono state eseguite le misure cautelari. Il “focus” dell’operazione è comunque concentrato su Cosenza - città che si è svegliata in "stato d'assedio" per la presenza di uomini e mezzi delle forze dell'ordine supportati da elicotteri – e in diversi altri centri della Calabria, da Rende ad Acri, Castrolibero, Celico, Cellara, Luzzi, Marano Principato, Mendicino, Montalto Uffugo, Rogliano, San Benedetto Ullano, San Marco Argentano, San Pietro in Guarano, Spezzano Albanese, Spezzano Sila e Villapiana. Fuori dalla Calabria, sono coinvolte oltre a Novara anche Torino, Milano, Parma, Agrigento, Napoli, Bellusco (Mb), Sala Consilina e Cavaion Veronese.

Fra i destinatari dei provvedimenti il sindaco di Rende e presidente dell'Anci Calabria Marcello Manna, l'assessore comunale di Rende, Pino Munno, e l'assessore alla manutenzione e al decoro urbano del Comune di Cosenza, Francesco De Cicco. L'inchiesta avrebbe messo a fuoco la struttura e il modus operandi di una delle articolazioni criminali dedite al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti di vario genere, nel quadro di quello che viene ipotizzato come il "Sistema" che governa tutti i rapporti tra i vari sottogruppi criminali della città di Cosenza e del suo hinterland.

Numerosissime le attività illecite contestate. Fra queste l'organizzazione di giochi d'azzardo e di scommesse clandestine; il riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori con riferimento alla commistione illecita tra gli interessi di imprenditori del settore e quelli della locale criminalità organizzata per la quale il settore del "Gaming" sarebbe estremamente redditizio. 


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