Andrà in scena al Teatro Coccia giovedì 20 gennaio alle 20.30 e in replica domenica 23 alle 16 ‘La Cenerentola’ di Gioacchino Rossini.
Il capolavoro rossiniano ispirato alla celebre fiaba è indiscutibilmente una delle opere più riuscite dal compositore. La storia della povera ragazza che perde la sua identità e il suo nome, Angelina, chiamata dalle sorellastre e dal patrigno Cenerentola, per noi non è una novità. In Rossini non abbiamo la magia come nella favola di Perrault, ma la storia di Cenerentola diventa reale, si avvicina al nostro quotidiano, e si trasforma in una storia attualissima.
Nella Cenerentola nessuno è quel che sembra. Perno centrale nella drammaturgia è la differenza tra la verità e la menzogna, tra l’essere e l’apparire. In questa storia nessuno è come realmente appare. La nostra Cenerentola , Angelina, è un personaggio modernissimo, rivendica senza nessun problema la propria felicità, è alla ricerca di un uomo che abbia l’intelligenza e la moralità per capire dove realmente risiede la bellezza. Fin da subito ci appare come una donna maltrattata, aggredita senza motivazioni, e come già detto a lei non è dovuto nemmeno avere un nome, figuriamoci un patrimonio o la semplice libertà di andare ad un ballo.
Angelina è una donna che lotta per la propria autonomia, e rivendica il suo diritto al divertimento, al piacere e soprattutto all’amore. Come qualsiasi “eroina” al suo fianco troviamo delle figure negative e cattive. In primis le sue sorellastre, viziate, capricciose e fin troppo eccentriche, diventate cosi a causa di un padre assente.
Don Magnifico, nome scelto non a caso, è un visionario, incapace di separare il sogno dalla realtà, dove ambisce e sogna il potere e la ricchezza ormai perduta, è un uomo crudele e agisce in maniera subdola contro la povera Cenerentola.
La Cenerentola di Rossini è un mondo di travestimenti, dove tutti vogliono essere ciò che non sono , o credono di esserlo, dove solo Angelina otterrà la sua felicità rimanendo se stessa.
Importante, per capire fino in fondo la vicenda, è tenere presente che questa opera non è un’opera buffa ma un dramma giocoso, dove molte tristi realtà vengono alleggerite dalla musica rossiniana e dalla caratterizzazione dei personaggi.
Regia Teresa Gargano
Mara Gaudenzi Angelina
Chuan Wang Don Ramiro
Simone Alberghini Don Magnifico
Emmanuel Franco Dandini
Francesco Leone Alidoro
Caterina Dellaere Tisbe
Maria Eleonora Caminada Clorinda
Musiche eseguite dall’Orchestra Filarmonica Italiana e dal Coro del Teatro Coccia