La seconda lettura che la liturgia ci ha offerto oggi, domenica 27 giugno, racconta di san Paolo che invita i cittadini di Corinto a essere solidali, di più, a far sì che vi sia “uguaglianza”, come sta scritto: «Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno». È il portare a compimento l’Eucarestia come dice don Tonino Bello: «Se non ci si alza da tavola, l’Eucarestia rimane un sacramento incompiuto». È importante vivere il verbo “accorgersi” di chi, vicino e lontano da noi, vive la “fatica di vivere”, voler conoscere e far conoscere per capire e scegliere se farsi prossimo o girarsi dall’altra parte. Con gli amici Giorgio Fornara, sua moglie Silvana, Sergio Vercelli, Gabriele Pezzotta, Elena Polisseni e Gabriele Sala siamo stati a Napoli dal 20 al 22 giugno per i progetti che l’associazione Mamre ha nei quartieri più poveri di questa città, i più dimenticati dalle istituzioni, quelli dove ci sono meno servizi pubblici, dove c’è più degrado, dove la camorra trova terreno più fertile. Proprio in questi luoghi si incontrano sacerdoti, laici, ragazzi e ragazze che con le loro scelte di vita sono generatori di speranza, sono segni tangibili di un cambiamento, di un futuro dove il bene comune, l’”uguaglianza” è al primo posto. E così a Scampia abbiamo incontrato don Aniello Manganiello, tornato “a casa” dopo dieci anni di allontanamento forzato per le sue prese di posizione radicali nei confronti della camorra presentate anche nel suo libro “Gesù è più forte della camorra”. Don Aniello vuole ritessere le trame di un tessuto sociale che in questi anni si è sfilacciato, ritornando a bussare alle porte delle famiglie per conoscere, per tornare a essere «il prete di cortile, che sta in mezzo ai bambini e ai ragazzi ed essere un deterrente contro la malavita». All’oratorio del rione “Don Guanella” ha ridato vita alla scuola di calcio frequentata da oltre duecento bambini. Con don Aniello abbiamo incontrato anche Ciro Corona, uno dei ragazzi della prima ora di quando don Aniello era parroco e che alla strada offerta dalla camorra ha preferito quella di “resistere” a Scampia e ha fondato l’associazione “(R)esistenza anticamorra”. Laureato in Filosofia ha creato uno sportello anticamorra, coordina il polo socio-culturale intitolato a Gelsomina Verde, giovane vittima della camorra, gestisce con l’associazione il fondo rustico “Amato Lamperti”, il primo bene agricolo confiscato a Napoli in cui vengono prodotti vino, miele, birra artigianale e confetture. Racconta che a Scampia ci sono almeno 40 associazioni che si occupano dell’educazione dei giovani: è solo vivendo il territorio che si fa antimafia. Il progetto che sosteniamo riguarda le attività dell’oratorio: 2mila euro. Al rione Sanità abbiamo incontrato il parroco don Antonio Loffredo che ha fatto della riscoperta del grande patrimonio artistico presente sul territorio la linfa generatrice di riscatto per tanti giovani. Le numerose chiese del quartiere che al suo arrivo in Sanità erano chiuse oggi ospitano uno studio di registrazione, un laboratorio teatrale, una palestra di boxe, e una è la sede dell’orchestra giovanile. Ha dato vita alla cooperativa “Paranza” che gestisce le visite alle Catacombe di San Gennaro, alla cooperativa “Iron Angels” che realizza lavorazioni artistiche in ferro, alla cooperativa “Officina dei Talenti” che realizza impianti di illuminazione oltre alla gestione del bellissimo B&B “Il Monacone” adiacente alla chiesa parrocchiale. Grazie a tutto questo 40 ragazzi lavorano in regola e, come racconta Giuseppe, responsabile del B&B «grazie a don Antonio sono passato dalla strada ad avere un famiglia, moglie e due figli che con questo lavoro riesco a mantenere». Don Loffredo dice che «Ci sono delle pietre che gli altri hanno scartato, metterle insieme e farle diventare testate d’angolo è il mio lavoro». Poco distante dalla Parrocchia c’è il centro “La Tenda”, una grande costruzione prima monastero, poi ospedale, oggi centro di accoglienza che ospita ogni sera 100-120 persone, uomini e donne senza fissa dimora, offrendo loro un pasto caldo, il pernottamento, cure mediche. Lì incontriamo il fondatore don Antonio Vitiello che da sempre è accanto a chi vive nel bisogno: da chi è entrato nella spirale drammatica della droga, all’impegno verso i carcerati di Poggioreale con il sostegno alle famiglie dei detenuti, alla nascita dell’associazione “Medici di strada” che offre assistenza medica ai senza fissa dimora, alla farmacia solidale. Il progetto che sosteniamo riguarda l’acquisto di generi alimentari: 2mila euro. Ma a Sanità, su tre pianerottoli ricavati accanto al campanile della chiesa parrocchiale, vive padre Alex Zanotelli e lì lo incontriamo con Felicetta Parisi, sua collaboratrice. Padre Alex, come dice Daniele Ronchetti, «dai sotterranei della storia di Korogocho al rione popolare La Sanità di Napoli per testimoniare, nell’opulento nord come nel depredato sud del mondo, la tenerezza di Dio che ha il volto della condivisione e dell’accoglienza». Padre Alex, come in Africa, vive povero tra i poveri, condividendo la loro esistenza, paladino della giustizia e dei diritti, senza compromessi con il potere civile o ecclesiale, con la sola forza del Vangelo. Il profeta Geremia nel capitolo 22 dice: «Conoscere Jahvè è fare giustizia», e padre Alex prosegue: «Tutto il resto sono parole che ci diciamo». Fondatore dei “Beati i costruttori di Pace”, della “Rete Lilliput”, direttore della rivista “Mosaico di Pace”, è sua la battaglia per l’acqua pubblica, quella contro le spese militari, l’invito pressante a tutti e alla Chiesa di non dare più soldi alle banche che li usano per le armi, per il petrolio, l’invito a cambiare stile di vita perché è il nostro stile di vita che costringe alla miseria milioni di persone. Con padre Zanotelli il progetto che sosteniamo riguarda un centro di incontro e di sostegno per le donne vittime di violenza e per i loro bambini: 10mila euro. Infine al quartiere di San Giovanni Teduccio, alla periferia est di Napoli, incontriamo Carmela Manco, suora laica, fondatrice dell’associazione “Figli in famiglia”. Premiata nel 2019 dal presidente Sergio Mattarella per il «grande impegno sociale e culturale dimostrato», Carmela in un grande capannone dell’ex ditta conserviera Cirio, acquistato pagando un mutuo a Banca Etica che scadrà nel 2038, offre diversi servizi alla famiglie in difficoltà, a ragazzi che non avevano altro spazio che la strada, a tantissimi bambini con doposcuola, centro estivo, ludoteca, teatro, laboratori. C’è anche una palestra super attrezzata e una sala per scuola di ballo aperte anche a persone e ragazzi di altri quartieri che qui trovano una famiglia, una casa e a volte anche un lavoro. Il progetto con Carmela riguarda il sostegno alle varie iniziative: 3mila euro. Conoscere, far conoscere, sostenere queste realtà che generano speranza di vita, che aiutano tanti giovani a sentirsi “persona”, a ritrovare la propria dignità e a scoprire la bellezza di far crescere altri bambini, ragazzi, educandoli alla giustizia, al bene comune, al grande dono dell’incontro con l’altro, a quell’Amore che instancabilmente Lui ci dona. Da questi incontri abbiamo ricevuto tanto, siamo andati a una scuola speciale, quella per cui Gesù un tempo ha deciso di venire tra noi: «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato». Coloro che desiderano essere informati o collaborare alla realizzazione di questi progetti o proporne altri può telefonare a Mario Metti (339.1321996), Piergiorgio Fornara (335.7408026), Gabriele Sala (348.1007907), Sergio Vercelli (328.4677788) e Barbara Taccone (348.0007048). Per chi desidera contribuire per la realizzazione dei progetti ecco il codice Iban: IT 23 T 03048 45220 000 0000 84283. Va indicato nella causale il progetto che si vuole sostenere. Mamre in missione a Napoli (scheda) Il presidente di Mamre Mario Metti, Giorgio Fornara, sua moglie Silvana, Sergio Vercelli, Gabriele Pezzotta, Elena Polisseni e Gabriele Sala sono stati a Napoli dal 20 al 22 giugno per i progetti che l’associazione Mamre sta portando avanti nei quartieri più poveri di questa città. A Scampia hanno incontrato don Aniello Manganiello, tornato “a casa” dopo dieci anni di allontanamento forzato per le sue prese di posizione radicali nei confronti della camorra. All’oratorio del rione “Don Guanella” ha ridato vita alla scuola di calcio frequentata da oltre duecento bambini. Con don Aniello c'era Ciro Corona che ha fondato l’associazione “(R)esistenza anticamorra”, ha creato uno sportello anticamorra, coordina il polo socio-culturale intitolato a Gelsomina Verde e gestisce con l’associazione il fondo rustico “Amato Lamperti”, il primo bene agricolo confiscato a Napoli in cui vengono prodotti vino, miele, birra artigianale e confetture. Il progetto sostenuto da Mamre riguarda le attività dell’oratorio: 2mila euro. Al rione Sanità Mamre ha incontrato il parroco don Antonio Loffredo. Le numerose chiese del quartiere al suo arrivo erano chiuse e oggi ospitano uno studio di registrazione, un laboratorio teatrale, una palestra di boxe, e una è la sede dell’orchestra giovanile. Ha dato vita alla cooperativa “Paranza” che gestisce le visite alle Catacombe di San Gennaro, alla cooperativa “Iron Angels” che realizza lavorazioni artistiche in ferro, alla cooperativa “Officina dei Talenti” che realizza impianti di illuminazione oltre alla gestione del B&B “Il Monacone” adiacente alla chiesa parrocchiale. Grazie a tutto questo 40 ragazzi lavorano in regola. Poco distante c’è il centro “La Tenda” che ospita ogni sera 100-120 persone senza fissa dimora, offrendo loro un pasto caldo, il pernottamento, cure mediche. Il fondatore don Antonio Vitiello da sempre è accanto a chi è entrato nella spirale della droga e ai carcerati di Poggioreale con il sostegno alle famiglie dei detenuti, sino alla nascita dell’associazione “Medici di strada” che offre assistenza ai senza fissa dimora, e alla farmacia solidale. Il progetto sostenuto da Mamre riguarda l’acquisto di generi alimentari: 2mila euro. Sempre a Sanità Mamre ha incontrato padre Alex Zanotelli e Felicetta Parisi, sua collaboratrice. In questo caso il progetto sostenuto dall'associazione riguarda un centro di incontro e di sostegno per le donne vittime di violenza e per i loro bambini: 10mila euro. Infine al quartiere di San Giovanni Teduccio, alla periferia est di Napoli, Mamre ha incontrato Carmela Manco, suora laica, fondatrice dell’associazione “Figli in famiglia”. In un grande capannone dell’ex ditta conserviera Cirio, offre diversi servizi alla famiglie in difficoltà e a tantissimi bambini con doposcuola, centro estivo, ludoteca, teatro, laboratori. Il progetto con Carmela riguarda il sostegno alle varie iniziative: 3mila euro. Coloro che desiderano collaborare alla realizzazione di questi progetti o proporne altri può telefonare a Mario Metti (339.1321996), Piergiorgio Fornara (335.7408026), Gabriele Sala (348.1007907), Sergio Vercelli (328.4677788) e Barbara Taccone (348.0007048). Per chi desidera contribuire per la realizzazione dei progetti ecco il codice Iban: IT 23 T 03048 45220 000 0000 84283. Va indicato nella causale il progetto che si vuole sostenere.
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