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Cultura | 13 maggio 2021, 09:00

Partirà il 15 maggio la mostra a dieci anni dalla scomparsa di Enzo Rossi da Civita

Si terrà alla ex Chiesa di Sant’Agostino

Partirà il 15 maggio la mostra a dieci anni dalla scomparsa di Enzo Rossi da Civita

A dieci anni dalla scomparsa dell’artista eclettico Enzo Rossi da Civita la città di Novara si appresta ad accogliere una delle sue prestigiose mostre. Per l’occasione si apriranno le porte del Convitto Nazionale Carlo Alberto e più precisamente dell’ex Chiesa di S. Agostino sita in Via Greppi 9/a, dal 15 maggio sino al 26 giugno. La Chiesa di S. Agostino appartiene all’Ordine Agostiniano femminile ed è dotata di opere di grande pregio, come le tele di Giuseppe Nuvolone (1619-1703), parte di un ciclo di opere su Sant’Agostino, e il dipinto con San Tommaso di Villanova di Filippo Abbiati (1643-1715) attualmente conservati in Vescovado.

Enzo Rossi da Civita rappresenta, quindi, l’artista per eccellenza per essere accolto tra le mura di così tanto pregio e tanta storia. La mostra dal titolo “ E quindi uscimmo a riveder le stelle “ intende richiamare non solamente il Sommo poeta Dante Alighieri, del quale si celebra in questo anno la ricorrenza, ma anche il “ cosmo “ nel quale tutto fluttua e tutto si trasforma secondo delle regole ben precise. È stata questa la filosofia artistica del Maestro Enzo Rossi da Civita ed è quella che si ritrova costantemente nelle sue, quantomai attuali, opere. L’astratto in moto in uno spazio vincolato e che risponde ad una unica identità: il Divino. È così per le sue tele come per le splendide sculture, in legno o acciaio, che diventano materia leggera ed in movimento costante ed imperterrito. Appunto come “ le stelle “ del Sommo Dante.

L’appuntamento con il Maestro Enzo Rossi da Civita si svela alla riapertura dei musei e delle mostre volute da Ministro della Cultura Dario Franceschini e rappresenta per la città di Novara, e per l’intera penisola, un viatico per il ritorno al sapere e alla conoscenza. Le generose offerte che saranno raccolte nel corso della mostra saranno devolute per la ristrutturazione del complesso “ Cantiere Sant’Agostino ”. Inoltre una delle opere di pittura del maestro, per volontà dell’organizzazione, sarà messa all’asta e buona parte del ricavato confluirà sempre per tale nobile iniziativa.

Enzo Rossi da Civita

Enzo Rossi riesce, forte di una lunga ed articolata esperienza espressiva, attraverso l'azione costruttiva e lavorando su un sistema ritagliato delle superfici, ora plastiche, ora cromatiche, a trovare ed a conservare il patrimonio storico nell'attualità, tra il ricordo e la volontà di affermazione nel presente.

N.d.A. Andrea B. del Guercio (critico d’arte - docente dStoria dell’Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano).

Note biografiche:

Ha studiato presso l'Accademia di Brera a Milano. Si è laureato in architettura con il massimo dei voti.

Il suo curriculum artistico comprende oltre 135 mostre nazionali ed internazionali.

1987 ha reinventato e organizzato le celebrazioni della festa patronale di Cameri con annessa la corsa degli asini.

1999 Su invito “I migliori dieci artisti internazionali del cinquantennio" (unico italiano presente) "Palazzo delle Nazioni" - Strasburgo (Francia)

Nell'anno 2000 è stato insignito della nomina di Accademico Europeo per le Relazioni Economico-Culturali.

Nell'anno 2005, all'Università degli Studi del Piemonte Orientale A. Avogadro, è stata discussa la tesi di laurea in lettere e filosofia, relatore M. Rosci, sulla vita dell'artista.

E quindi uscimmo a riveder le stelle di Emiliana Mongiat

I motivi che hanno suggerito di scegliere l’ultimo verso dell’Inferno di Dante come titolo per questa mostra - dedicata alle opere di Enzo Rossi a dieci anni dalla scomparsa - derivano da suggestioni differenti, alcune nate da riferimenti culturali e sociali di ampio respiro, altre da legami presenti nel percorso dell’artista. Le prime derivano dalla collocazione temporale dell’evento, che non solo si svolge in occasione delle celebrazioni promosse per ricordare, a settecento anni dalla scomparsa, l’Autore italiano più noto nel mondo, ma anche in coincidenza con il periodo del primo allentamento delle norme restrittive imposte dalla pandemia, come per Dante speranza di nuovo cammino; le seconde da un’affinità emotiva leggibile in molte delle opere esposte. In modo particolare nei dipinti, nei quali è più facilmente riconoscibile il dramma interiore che è alla base della creatività di Enzo Rossi: il gesto pittorico che le genera, dall’andamento spiraliforme sempre più ampio e dinamico, nato da un nucleo che progressivamente si dilata scindendosi in spruzzi, macchie, rivoli dai colori sempre più chiari, coincide concettualmente con una sensazione di ritrovata libertà di azione, pensiero, luce. Sono opere che indicano l’interesse dell’artista per le tematiche legate all’origine della vita, dell’arte e della spiritualità, da lui considerati come un unico insieme mentale ed emotivo. Ed è proprio questo profondo intreccio concettuale che gli permette di rendere percepibile, attraverso le proprie opere, quella sua idea d’arte fatta di bellezza e di armonia, nel corso del tempo divenuta sempre più pregna di significati universali.

C.S.

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