Il direttore regionale della Sanità piemontese, Fabio Aimar, conferma le sue dimissioni, presentate il 29 gennaio. Ma resterà al comando per altri due o tre mesi, in modo da non lasciare il posto scoperto in piena pandemia e dare il tempo all'assessore alla Sanità, Luigi Icardi, di attivare la procedura per individuare il sostituto.
Proprio ieri Icardi è andato in piazza Castello per la messa a punto del bando, il cui iter dovrebbe essere attivato per fine marzo. "Nessun litigio - spiega Icardi - Aimar lascia per ragioni personali: ha una figlia piccola e lavora 15 ore al giorno con una struttura sottodimensionata rispetto ai compiti. Sottolineo che non c'è nessun attrito, andiamo sempre a pranzo insieme. Continuerà anche dopo a essere un mio stretto collaboratore. Si occuperà della Commissione Salute, dei rapporti romani, e della costruzione della futura Azienda Zero, nella quale avrà un ruolo centrale".
"Le dimissioni del direttore regionale alla Sanità Fabio Aimar in un momento tanto delicato, nel quale prosegue l’emergenza e il piano vaccinazioni deve essere strutturato e programmato, ci preoccupano moltissimo. Davvero un pessimo segnale che si somma a tanti errori", il commento delle opposizioni in Consiglio regionale per bocca dei capigruppo Raffaele Gallo (PD), Sean Sacco (M5S), Francesca Frediani (M4O), Mario Giaccone (Lista Monviso), Marco Grimaldi (Luv) e Silvio Magliano (Moderati).
"Questa Giunta si è dotata nell'ultimo anno della più lunga catena di comando dai tempi dell’impero spagnolo del XVI e XVII, tuttavia i risultati non sono stati all'altezza della situazione, per questo motivo occorre che il sostituto sia di altissimo profilo e ricercato al di fuori delle logiche di appartenenza".
Più estrema la posizione di Silvio Viale (Radicali Italiani) e Marco Cavaletto (+Europa Torino): "Lo scorso novembre lanciammo l’allarme sulla carenza di personale della Direzione Sanità, fornendo adeguata documentazione: l’8,6% del personale regionale per una Direzione che gestisce l’80% del bilancio regionale. Icardi non può chiamarsi fuori: è assessore da venti mesi e proprio l’emergenza Covid avrebbe dovuto spronarlo a chiedere ed ottenere rinforzi. Non ha fatto nulla e ha fatto peggio: ha messo alla presidenza dell’Istituto Zooprofilattico uno con il pedigree leghista, in palese violazione dello statuto dell’ente. In corso Regina non serve Icardi, serve un clone di Draghi".