Se le mascherine hanno coperto i nostri volti in questi mesi difficili, oggi davanti alla Regione Piemonte gestori di palestre, istruttori di ginnastica, personal trainer hanno scelto di coprire i corpi, loro strumenti di lavoro, scendendo in piazza Castello per manifestare a favore di un settore che sembra diventato “invisibile” durante l’emergenza Covid.
“Tanti sono i fantasmi di questa crisi – commenta il consigliere della Lega Matteo Gagliasso, sceso anche lui in piazza a manifestare contro le chiusure –, troppi settori sono stati abbandonati, dopo aver sostenuto spese notevoli per la messa in sicurezza secondo rigidi parametri. In Piemonte si sono fermati oltre 300 centri sportivi, numeri davvero sconfortanti: la scorsa settimana eravamo qui con gli operatori dello sci, anche loro da un anno fermi e spesso senza un vero ristoro economico”.
“Oggi abbiamo riaperto in sicurezza le scuole – commenta Gagliasso che siede in commissione Sanità del consiglio regionale – ma dobbiamo pensare alle conseguenze di alcune chiusure, non solo all’immediatezza dei dati: sport al palo da un anno significa una pesante ricaduta sul sistema sanitario, e aggiungo, sociale a causa dell’aggravarsi o del comparire di patologie che nel movimento trovano spesso la loro soluzione o una necessaria prevenzione. Lo sport è necessario per tutti, ma ancora di più lo è per i giovani e per chi soffre di obesità, ansia, disturbi depressivi e patologie cardiache e circolatorie. Siamo ancora in piena emergenza ma dobbiamo da subito riprogettare il futuro della popolazione piemontese passando da una ripresa sicura e immediata delle attività sportive”.
“La protesta del mondo dello sport piemontese - aggiunge il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni - è la riprova di come il governo non è stato capace di gestire le conseguenze economiche della pandemia. Prima ha chiesto a centinaia di imprenditori di sostenere costi sicuramente non trascurabili per mettere in sicurezza le proprie attività da un punto di vista sanitario, e poi ha comunque decretato la loro chiusura. Un atteggiamento schizofrenico che rischia di spazzare via un settore fondamentale per il benessere dei nostri cittadini, condannandolo all’incertezza più totale sulla possibilità di una definitiva ripartenza e senza considerare reali ristori per tutti i soggetti che di sport vivono”.