Due dati hanno accompagnato questa mattina i novaresi che si sono affacciati alla “fase 2”. Uno più tranquillizzante, che descrive il robusto rallentamento dei contagi negli ultimi sette giorni: dal 25 aprile al 2 maggio le persone attualmente positive sono aumentate del 7,5 %, quasi la metà della percentuale dei sette giorni precedenti, che era del 13%. Con queste cifre, Novara è uno dei territori piemontesi dove le cose stanno andando meglio. Ma c’è un altro dato, tristemente drammatico: la percentuale dei deceduti nel solo mese di marzo è dell’80% più alta rispetto a quella del 2019. E’ in questo clima che la città ha provato a ripartire, pur con le tante limitazioni ancora in corso. Nel bar del centro e delle zone residenziali si è improvvisato un servizio di “take away” che non ha precedenti: un tavolino sulla soglia, i caffè nei bicchierini termici, le brioches nel sacchettino. E fuori la gente in coda: “non una folla – dice il gestore di un bar a pochi metri dal palazzo comunale – ma sempre meglio che restare chiusi”. I locali che hanno segnalato al comune l’avvio di questo servizio sono stati circa 200, e per ora possono aprire in tre fasce orarie: dalle 7 alle 9,30, dalle 11,30 alle 14,30 e dalle 18,30 alle 21. Anche le librerie questa mattina hanno riaperto i battenti. Apertura, sia pure con accessi contingentati, anche al cimitero urbano: alle 8,15 una trentina di persone attendevano fuori dai cancelli di poter entrare. Quello che è sicuramente aumentato a Novara è il traffico di auto. “La gente – commenta il sindaco Alessandro Canelli – che ha ripreso a lavorare ha preferito l’auto privata ai mezzi pubblici, che infatti hanno continuato ad essere semivuoti. E credo che sarà così ancora per un po’ di tempo”. Canellli questa mattina ha fatto un giro per la città per monitorare la situazione: “Mi sembra che i novaresi si siano comportati con responsabilità. Non ho avuto – dice all’AGI – nessuna segnalazione di assembramenti o di comportamenti non conformi alle norme di sicurezza. Spero che i dati epidemiologici continuino a confortarci, e in questo modo potremmo pensare per le prossime settimane di allentare ulteriormente qualche vincolo, per esempio sugli orari della ristorazione da asporto”.
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