Si è ufficialmente chiusa l’attività di scavo nel sito archeologico di Biandrate, in provincia di Novara: più di un anno e mezzo di lavoro sul campo, che ha portato alla luce importanti novità sulla storia del territorio novarese, ma non solo. Una serie di interessanti ritrovamenti ha infatti permesso di fissare le prime tracce di vita in quest’ area al periodo neolitico.
Le lancette della prima presenza umana nella pianura novarese si spostano così indietro di secoli e secoli, fino alla Preistoria. A confermarlo le quattro asce in pietra, ritrovate pochi mesi dopo l’inizio delle attività di scavo, a cui ora si aggiungono delle stratigrafie più antiche e un complesso di una decina di statuette, una delle quali è rimasta intatta per ben 6.000-7.000 anni. Ne hanno parlato questa mattina in una conferenza stampa le responsabili del coordinamento scientifico del progetto Francesca Garanzini e Lucia Mordeglia, funzionarie della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Vco e Vercelli, diretta da Antonella Ranaldi. I lavori sullo scavo, affidati alla Ft studio Srl con sede a Peveragno (CN), erano partiti a inizio giugno 2018 con l'obiettivo di indagare un insediamento romano, le cui tracce di presenza erano affiorate durante i lavori per la costruzione della linea ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Milano. Il ritrovamento di quattro asce in pietra del neolitico hanno spinto gli studiosi ad approfondire la ricerca in una zona più ristretta nella quale sono state portate a termine scoperte di grande valore, in particolare le dieci statuette, “che – spiegano gli archeologi - mutano notevolmente il quadro delle attestazioni sulla diffusione geografica di questa tipologia di oggetti” dando indicazione innovative sulle origini della presenza umana nella pianura padana.
Completati i lavori di ricerca, ora l’amministrazione comunale punta alla valorizzazione del sito archeologico in ambito divugativo. «Abbiamo creduto sin dall'inizio in questo progetto, su cui siamo al lavoro da prima del 2015 – commentano il sindaco Luciano Pigat e il coordinatore del gruppo di lavoro comunale Gabrio Mambrini - Questa nuova e ulteriore scoperta inattesa rappresenta per noi un grande motivo di soddisfazione e d'orgoglio, anche per l'interesse che è destinata a suscitare sul nostro territorio. Da parte nostra continueremo a operare perché, parallelamente alla diffusione in ambito scientifico, possa continuare anche l'attività divulgativa ai cittadini, già avviata con gli Open day sullo scavo e con i laboratori didattici nell'istituto comprensivo di Biandrate. Abbiamo già in programma di promuovere altre iniziative per la valorizzazione di questa nuova e importante pagina storica che si sta scrivendo su questo territorio, coinvolgendo la popolazione e le scuole, anche con l'utilizzo delle nuove tecnologie».