Una tecnologia innovativa per arrivare là dove nessuno era mai arrivato, cioè rendere riciclabile la plastica finora destinata, anche quando raccolta in modo differenziato, alla discarica o agli inceneritori. L’ha creata, con lavoro di ricerca iniziato nel 2013, la Garbo, una piccola azienda di Cerano che oggi si propone come una delle realtà in maggiore crescita nel comparto della chimica verde che a Novara vede la presenza di una azienda leader come Novamont. Il processo brevettato da Garbo cosente attraverso un trattamento meccanico e chimico, di recupare il Pet di cui sono fatti per esempio le vaschette e i vassoi nei quali al supermercato sono confezionati gli affettati, o le bottiglie opache per il latte, o i tessuti a base di poliestere. Questo materiale viene trasformato in una “materia prima seconda” che si chiama Bhet, poi utilizzabile dalle aziende al posto della materia prima d’origine fossile. Quindi un doppio valore ecologico: la riduzione dei rifiuti e la riduzione delle emissioni dovute ai trattamenti di fonti fossili.
In questi giorni Garbo ha siglato un contratto con la multinazionale Usa Plastipak, che acquisterà 35mila tonnellate di prodotto all’anno. Questo accordo, oltre al finanziamento da 1,79 milioni di euro ottenuto dall’Unione Europea, consentirà a Garbo di triplicare fatturato (oggi di 12 millioni all’anno) e di aumentare almeno del 50% il numero di addetti, attualmente 51 (si cercano soprattutto ingegneri chimici). A breve inizieranno i lavori per il nuovo impianto, che già entro fine 2020 produrrà i primi lotti, di Bhet per andare a regime l'anno successivo. Con possibilità di crescita ulteriore, perché il piano di sviluppo prevede la possibilità di trattare 100mila tonnellate di Pet all'anno.
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