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Digitale | 26 novembre 2025, 15:21

Tra tradizione e innovazione: il successo dei game show all’italiana

C’era una volta “Il Rischiatutto” e per alcuni versi c’è ancora. Sì, perché il successo dei game show, il loro valore, la loro capacità di unire aldilà della geografia, della carta d’identità e delle passioni è di nuovo sotto i riflettori.

Negli ultimi mesi la televisione italiana ha riscoperto con forza lo spesso di programmi di questo tipo, trasformandoli nel vero motore dell’ascolto serale. L’access prime time, tradizionalmente considerato una fascia di passaggio, è oggi diventato il nuovo centro dell’attenzione del pubblico. E i dati di novembre parlano chiaro: programmi come “Affari Tuoi” e “La Ruota della Fortuna” insieme raggiungono dieci milioni di spettatori medi e oltre il 47% di share. Numeri che, di fatto, li proiettano ben oltre il ruolo di semplice anticamera della prima serata, di antipasto della portata principale.

Il successo di questi format dimostra quanto il pubblico italiano sia ancora fortemente attratto dal gioco televisivo classico, sebbene rivisitato in chiave moderna. C’entra la nostalgia, ovvio, ma non solo: i game show offrono ritmo, leggerezza, partecipazione emotiva e la possibilità di identificarsi nei concorrenti comuni. La moda dei quiz e dei giochi a premi ha portato anche a esperimenti di estensione in prima serata, come dimostra la serata evento “La ruota dei campioni”, capace di raccogliere 5,9 milioni di spettatori e il 28% di share nella sua prima parte, mantenendo poi ascolti molto alti anche nella coda fino a mezzanotte. E così per gli speciali di “Affari Tuoi” e “L’Eredità”. È la prova che il game show, oggi, non è più un genere di contorno, ma un vero pilastro dell’offerta generalista.

Una tendenza che non si ferma alla televisione, ma approda anche in altri segmenti. Guardate, ad esempio, il mondo dei casinò online, che ha saputo interpretare e sfruttare la moda dei game show, adattandola al linguaggio digitale. Negli ultimi anni si sono diffusi giochi che riproducono meccanismi, scenografie e dinamiche tipiche dei quiz televisivi, mescolando intrattenimento e puntate in tempo reale. Un esempio lampante è il gioco live Crazy Time, che riprende l’estetica e il ritmo di un vero programma tv, con conduttori, pubblico virtuale e fasi di gioco bonus ispirate a mini-quiz. In questo modo, l’esperienza del game show si è spostata anche sulle piattaforme online, intercettando un pubblico giovane.

Proprio come quello dei game show, che vengono guardate non solo da boomer: “La Ruota della Fortuna” raggiunge il 36% di share tra gli under18, mentre “Un professore” tocca il 25% nella fascia 15-24 anni. Numeri che sfatano l’idea del game show come prodotto esclusivamente per un pubblico adulto o anziano: il gioco televisivo appare oggi come un linguaggio capace di unire generazioni diverse. Alla luce di questi cambiamenti, appare sempre più necessario ripensare la scansione temporale dei programmi, puntando su prime serate più compatte e su un uso strategico dell’access: prendendo ancora come esempio la fiction “Un professore”, tornata con la terza stagione, ha ottenuto buoni risultati con 3,6 milioni di spettatori e il 20% di share, ma ha dovuto fare i conti con una partenza molto posticipata e una conclusione intorno alle undici e quaranta.

E’ il segnale che qualcosa sta cambiando: i game show si stanno riprendendo la scena. O forse non l’hanno mai mollata.

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