(Adnkronos) -
Una "scelta di cuore", che deve fare i conti con un mercato bloccato. Il Sarri bis alla Lazio inizia oggi, giovedì 24 luglio, dal centro sportivo di Formello, dove il nuovo allenatore biancoceleste, affiancato dal presidente Claudio Lotito, ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a tornare sulla panchina del club sedici mesi dopo le dimissioni presentate nel marzo 2024: "Uno dei motivi per cui sono tornato qui è sicuramente per questioni dicuore e di attaccamento alla maglia", ha spiegato il nuovo tecnico biancoceleste, succeduto a Marco Baroni, ma che deve subito fare i conti con il mercato bloccato, "si riparte con alcune difficoltà, che possono essere alibi oppure darci nuove motivazioni. La squadra viene da due settimi posti e dobbiamo migliorare. Miglioramenti attraverso il mercato non sono possibili e quindi devono arrivare attraverso il campo".
"Quando ho saputo del mercato bloccato ho pensato che il presidente mi avesse fregato", dice con un sorriso, seppur amaro, Sarri, "l'arrabbiatura mi è durata un'ora, ma lasciare in quel momento sarebbe stato brutto nei confronti della società e non me la sono sentita. Avevo quattro offerte, una dall'Arabia e da alcuni club di Serie A. Sono felice di essere tornato, è una soddisfazione. Sento di avere l'obbligo di dare tutto. Non posso garantire risultati o acquisti, ma di mettere l'anima e cercare di trascinare il gruppo".
Nessun pronostico però su una stagione che parte in salita: "Il nostro obiettivo è costruire una buona fase per poi intervenire in futuro sul mercato, ma non parlerei di preoccupazione. Sicuramente questa squadra avrebbe bisogno di qualche innesto per crescere", ha spiegato Sarri, "il messaggio per i giocatori è umiltà, perché veniamo da due settimi posti, ma c'è anche la consapevolezza che ci sono le potenzialità per fare meglio e che possiamo migliorare attraverso il lavoro. Ho chiesto una determinazione feroce negli allenamenti, questo ci può portare a una buona base".
Il lavoro prosegue nel ritiro di Formello, in cui Sarri ha ritrovato giocatori della sua 'vecchia' Lazio e volti 'nuovi': "Ogni considerazione che facciamo ora è parziale. In questo momento non bisogna guardare quello che fanno le altre squadre, bisogna compattare il gruppo di fronte a queste difficoltà e andare contro queste situazioni. Una squadra si può portare al suo limite, ma può essere che quel limite non sia sufficiente. Nel mondo del calcio la parte economica è fondamentale, vincono sempre i club con un fatturato mostruoso".
"Fino a questo momento la squadra è disponibile, seppur con qualche difficoltà. Volevamo lavorare su qualche modulo alternativo ma non vogliamo mandare in confusione qualche giocatore. Lavoreremo su altri moduli ma soltanto quando avremo certezze. In questo momento vedo una squadra che si sta impegnando in allenamento. Nella mia Lazio precedente c'erano giocatori affermati, che sono stati emblemi della Lazio degli ultimi anni, era una situazione completamente diversa. Possiamo tirare fuori qualità fisiche che possono impattare sulle partite. Prima però voglio esaltare le qualità dei miei giocatori. I cicli finiscono. Iniziare un ciclo nuovo non è sempre semplice, la strada è stata intrapresa e vedremo dove saremo tra tre anni.
Ma a Formello c'è anche spazio per il Lotito-show. Il presidente della Lazio si prende la scena rispondendo a polemiche e accuse, spiegando i perché di uno stop imprevisto al mercato e rispondendo alle critiche, feroci, dei tifosi: "Io mi sono sempre esposto per creare un indice, che oggi è quello di liquidità, per garantire la stabilità dei club. Questo che c'è oggi l'ho chiamato 'indice di stupidità' perché colpisce chi patrimonializza la società. Chi arrichisce il patrimonio del club, come ho fatto io qui a Formello, con la casa del club, senza inficiare il pagamento degli stipendi. La Lazio spende circa 6 milioni l'anno per la squadra femminile, in più c'è la parte della rata dovuta al Fisco, nonostante ciò però abbiamo continuato a pagare quanto dovuto e continuato a fare investimenti, anche nell'Academy", ha spiegato Lotito, "senza mutui, leasing o bond, senza gravare la società di debiti. Ci sono club, parecchi club, con 700 milioni di debiti, che hanno spostato il debito da medio a medio lungo termine".
Nessun dubbio sui perché del blocco, con il mercato in entrata che è quindi rimandato a gennaio: "Il nostro management è stato protagonista di una svista, tant'è che mi avevano detto che era stato azzerato l'indice di liquidità. Questa norma è stata abolita ma comunque viene applicata con scadenza al 31 marzo, per evitare il blocco bastava spostare quei costi al 5 aprile. In questo modo non avremmo avuto questo problema", ha continuato il presidente della Lazio e senatore di Forza Italia, "appena ce ne siamo accorti abbiamo avvertito mister Sarri, senza volergli nascondere niente. Faremo di tutto per poi, sulla base delle necessità che matureranno alla fine del girone d'andata, di intervenire sul mercato. Abbiamo avuto offerte importantissime per alcuni giocatori, ma non le prendiamo in considerazione prima che vengano valutati dall'allenatore".
Lotito sta affrontando anche una pesante contestazione dei tifosi, protagonisti a migliaia di una manifestazione nelle scorse settimane: "Non devo chiedere scusa ai tifosi perché non ho fatto niente per finire in questa situazione. L'indice di liquidità serve per evitare che un club possa fallire, ma la Lazio non è a rischio fallimento. Oggi non possiamo comprare nemmeno un giocatore della Primavera, la Federazione non ha fatto niente per salvaguardare l'integrità del campionato, non agendo contro società indebitate".
Il presidente ha poi allontanato ogni voce di cessione: "Non sono assolutamente vere le voci di una presunta cessione della Lazio, sono notizie infondate. Non c'è nessuna offerta, ma solo le fantasie di qualcuno che ha interesse a destabilizzare e creare problemi alla società, se ne occuperanno le istituzioni. Io non permetterò a nessuno di creare problemi a una società quotata in Borsa".
Sarri, nel suo primo regno biancoceleste, aveva espresso il desiderio di essere in panchina alla prima partita della Lazio al Flaminio, intitolata all'indimenticato Tommaso Maestrelli, allenatore del primo scudetto del '74: "Per il Flaminio stiamo lavorando in silenzio, ma non dipende dalla mia volontà. Stiamo allestendo la documentazione necessaria con la certezza di stare dalla parte del giusto e della collettività, visto che l'investimento che farà la Lazio avrà una ricaduta di centinaia di milioni per il territorio", ha spiegato Lotito.
"Serve per riqualificare una zona di Roma e renderla punto emblematico della città. Vogliamo creare stadio da 50mila spettatori con un potenziamento di tutto il comparto che ruota attorno all'impianto. Ci stanno lavorando persone esperte in materia e all'avanguardia, abbiamo messo in campo tutte le potenzialità. L'amministrazione sta mostrando serietà perché ha capito la potenzialità della proposta. Lo stadio Flaminio è nato come uno stadio di calcio e deve rimanere stadio di calcio. L'investimento è da 480 milioni e io voglio ridare una casa ai tifosi della Lazio". Magari con Sarri in panchina, e il mercato sbloccato.