"Quando si parla di questo tema, non basta evocare nuove tecnologie, intelligenza artificiale o dispositivi avanzati. La sicurezza è prima di tutto una questione culturale – affermano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Non potrà mai esserci prevenzione reale se prima non si sviluppa, in ogni lavoratore e cittadino, una piena consapevolezza del rischio. Serve una cultura della sicurezza che parta dalla scuola, attraversi i luoghi di lavoro e coinvolga l'intera società”.
Se si considerano gli ultimi trent’anni, le denunce di casi sono passate da oltre 123mila del 1995 ai 24mila dello scorso anno, quasi centomila in meno. L’incidenza resta particolarmente alta tra i lavoratori autonomi (2,68% contro l’1,24% dei dipendenti), soprattutto tra i titolari over 60 alla guida di macchinari obsoleti e spesso soli sul posto di lavoro.
“E’ indispensabile investire su informazione e formazione, vere leve di un cambiamento sistemico. Non si tratta solo di adempiere a un obbligo normativo, ma di costruire una cultura condivisa del valore della vita e della tutela della salute. Se davvero vogliamo salvare vite, dobbiamo mettere la sicurezza sul lavoro al centro di un nuovo patto educativo, economico e sociale. Con umiltà, con determinazione e con una formazione e informazione continua”, concludono Brizzolari e Rivarossa.