Monete di epoca romana, alcune coniate a Roma altre ad Aquilea, tra il 100 e il 400 dopo Cristo. E poi una fibula e un anello risalenti alla civiltà di Golasecca, nell'epoca preistorica. Un bottino incredibile, rinvenuto tra il luglio e il settembre dello scorso anno in valle Antrona, tra il passo Arbola e il passo Antigine. A fare l'incredibile scoperta Pierfranco Midali e il suo gruppo durante un progetto di ricerca finalizzato a ritrovare l'oro disperso sulle montagne dopo l'armistizio.
"Eravamo partiti per cercare un bottino perduto, quello dell'oro che i contrabbandieri durante la Repubblica di Salò volevano portare in Svizzera per nasconderlo in qualche banca - racconta Midali - quell'oro oltreconfine non era mai arrivato e la leggenda racconta che sia stato nascosto da qualche parte sulle nostre montagne. Dell'oro non abbiamo trovato traccia, ma durante le nostre esplorazioni abbiamo trovato un tesoro ancora più prezioso: alcune monete romane, una fibula e un anello preistorici e imposte dei monopoli imperiali dei Savoia".
I reperti antichi sono stati consegnati da Midali e la sua squadra al comune di Antrona: "Dopo qualche tempo però la soprintendenza di Novara, venuta a conoscenza del ritrovamento, ha requisito gli oggetti per studiarli. Ci auguriamo che vengano quanto prima restituiti alla comunità di Antrona, perché possano essere conservati ed esposti al pubblico".
Di questo ritrovamento incredibile e del viaggio alla ricerca dell'oro, Midali parlerà, assieme a Matteo Di Gioia, sabato 8 febbraio alla Soms di Domodossola nel corso di un incontro organizzato dall'associazione Undergroung Adventures, un'associazione che unisce speleologi, esploratori, geologi, fotografi e ricercatori.