Un carcere in cui, come dappertutto in Italia “la situazione è terribile”, che “sconta in modo evidente i limiti dell’età essendo stato pensato negli anni 60” ma che per fortuna, essendo di dimensioni limitate, “presenta problemi meno giganteschi di quelli che ho visto altrove”.
Un giudizio in chiarioscuro quello espresso sullla Casa Circondariale di Novara dove ieri pomeriggio, al termine dell’assemblea regionale di Italia Viva dedicata alla giustizia, si è recato in visita il senatore Ivan Scalfarotto, componente della commissione giustizia di Palazzo Madama ed esponente di punta del partito di Matteo Renzi.
“A Novara – ha spiegato - ci sono 180 detenuti, un numero non paragonabile a quello di altre strutture pià grandi. Non si può parlare di sovraffollamento estremo, ma anche qui ci sono quattro o cinque detenuti per ogni cella, senza acqua calda, con le docce in un altro locale”. Fortunatamente la casa circondariale di Novara ha “una direttrice molto attiva che prende tantissimo a cuore il suo lavoro e lo fa con passione e competenza” e una polizia penitenziaria “che pur avendo anche qui i suoi problemi di organico non è costretta a vivere situazioni assurde come in altri penitenziari”.
“Questo istituto – è la sintesi – non è tra i peggiori tra quelli che ho visitato, pur avendo i gravi limiti di una struttura che ha oltre 50 anni di vita. C’è bisogno, qui come altrove, di un investimento importante di edilizia carceraria. Se si vuole utilizzare tanto il carcere come fa, secondo me, questo governo che, nonostante le posizioni del ministro, aumenta i reati e le pene, allora si deve spendere di più per le strutture”.