Nel 2022 l’economia italiana è cresciuta del 3,7% e di pari passo sono cresciuti i risparmi delle famiglie italiane, ma dove finiscono i soldi risparmiati dagli italiani? Una fetta sostanziosa viene parcheggiata su di un deposito in banca e infatti i dati ufficiali ci dicono che il loro valore è cresciuto nel 2022 di ben 11 miliardi di euro in totale.
È vero però che nei due anni precedenti, quindi nel 2021 e nel 2020, il valore complessivo del deposito contanti in banca in Italia era cresciuto di più rispetto al 2022. Rispettivamente di ben 51,1 miliardi di euro nel 2021 e di 70 miliardi di euro nel 2020.
Tali aumenti sono però da considerarsi straordinari e dovuti al periodo pandemico che tutti abbiamo vissuto. Nello specifico in questi due anni gli italiani hanno consumato molto di meno e hanno ricevuto dei bonus o sostegni governativi che spiegano, almeno per la parte più sostanziosa, perché il risparmio familiare risulti essere cresciuto così tanto.
Anche i Casinò Online sono cresciuti nel 2022 e anzi a ben vedere i dati dei depositi effettuati a loro favore sono aumentati di ben il 28% rispetto all’anno precedente, segno che agli italiani piace sempre di più giocare online. Avevamo assistito già nel periodo della pandemia ad un aumento notevole dei depositi per i siti di giochi d’azzardo online, complice certamente il fatto che dovevamo restare chiusi in casa e che avevamo meno impegni lavorativi e sociali. Inoltre per aprire un deposito soldi in banca non è necessario possedere una fortuna ma normalmente viene richiesto un deposito contante di almeno qualche centinaio di euro se non migliaia, contrariamente per esempio al deposito presso un Casinò Online normalmente molto più flessibile dove si puoi depositare 1 euro solamente e non centinaia.
Incidenza dell’inflazione sul deposito soldi in banca
Nel 2022 come abbiamo visto sopra, a fronte di un incremento del PIL di ben il 3,7% abbiamo assistito ad un aumento del deposito soldi in banca di una percentuale molto inferiore a quanto ci si sarebbe potuto aspettare e questo si spiega quasi totalmente dall’aumento dell’inflazione registrato soprattutto nella seconda parte dell’anno.
Quest’ultima ha registrato un tasso di ben l’11,6% nell’ultimo mese dell’anno, tasso che per la prima volta negli ultimi dieci anni è salito sopra quello dell’aumento del valore complessivo in soldi dei depositi bancari che si attesta storicamente tra il 2% e il 9%.
Tale situazione con l’inflazione che cresce più dei depositi bancari degli italiani comprova che in realtà gli italiani hanno perso del risparmio in termini reali e rispecchia lo stato di difficoltà di molte famiglie del bel paese che non riuscendo più a risparmiare sono costrette a ricorrere al deposito in banca per far fronte alle spese correnti.
Il deposito in banca come bene rifugio
Nonostante il quadro economico inflattivo descritto nel paragrafo precedente, le famiglie che riescono a risparmiare sono sempre tante e per loro il deposito contanti in banca resta sempre la scelta migliore di dove mettere i propri soldi e questo purtroppo la dice lunga sul sentimento di pessimismo diffuso rispetto al futuro tra gli italiani.
Le persone, infatti, non avendo fiducia nel futuro, ma anzi essendo profondamente preoccupate per ciò che le aspetta negli anni a venire, prediligono disponibilità liquide o comunque prontamente smobilizzanti a investimenti vincolanti anche a termini temporali di solo un anno o simili.
È anche vero, per onore della cronaca, che gli italiani sono storicamente avvezzi a forme di investimento finanziario quali i titoli azionari e che altre forme, quali i titoli obbligazionari, sicuramente più consoni alle tradizioni italiane, oggi hanno un rendimento nullo pari allo zero e quindi non esercitano alcun appeal per il risparmiatore.
Per ciò che riguarda le aziende inoltre, anche queste, sfiduciate sul loro futuro preferiscono fare cassa e accumulare un tesoretto per affrontare i tempi duri che le aspettano piuttosto che investire e assumersi ulteriori rischi imprenditoriali che potrebbero causare un dissesto finanziario e una profonda crisi di liquidità minando la loro stessa esistenza.
15 miliardi di euro “regalati” nel deposito contante in banca
In tutta questa situazione chi, come sempre accade in Italia, ci guadagna sono le banche. Infatti gli interessi applicati sui depositi bancari, che fino a qualche anno fa si attestavano tra il 5% e il 6% annuo, oggi sono scesi a tal punto da potersi considerare azzerati. Sono almeno cinque anni che le banche italiane non pagano interessi sul deposito bancario o comunque pagano un modestissimo 0,03%.
Ecco, quindi, che viene svelato il grande regalo che fanno gli italiani alle banche. Queste, infatti, hanno una redditività almeno del 2% annuo sulla liquidità dei conti correnti bancari. Basta pensare semplicemente che prestano denaro oggi a un tasso medio del 2% e pur non considerando tutte le altre forme di redditività probabilmente più cospicue che gestiscono i conti sono presto fatti.
In soldoni vuol dire che, come scrive il Fattoquotidiano.it, le banche guadagnano almeno dal 2016 se non prima, ogni anno una cifra minima di 15 miliardi di euro solo ed esclusivamente dallo spread tra tasso attivo e passivo applicato sui depositi in contanti bancari.