Il primo alimento in assoluto, con cui andrebbe iniziata l’alimentazione del neonato è il latte materno.
È bene quindi che, ogni qualvolta ve ne sia la possibilità, ogni madre si prodighi in questo gesto di amore incondizionato. Fortunatamente, in tutti quei casi in cui l’allattamento al seno non è possibile, il commercio mette a disposizione il così detto “latte in formula” che va quindi a sostituire, o in alcuni casi a completare, il latte materno. Sarà il pediatra a consigliare la neo mamma sulla scelta e gestione del latte in formula, secondo schemi personalizzati.
Il latte in formula destinato ai lattanti ha subito importanti miglioramenti qualitativi negli ultimi anni, segno dell’elevato livello di attenzione che le industrie alimentari ripongono nella produzione di questi prodotti. Nonostante questo, però, il latte materno continua ad avere delle caratteristiche intrinseche che non possono essere replicate nel latte artificiale e che lo rendono, ad oggi, l’alimento preferenziale. Per fare un esempio, la composizione e il gusto del latte materno cambiano di giorno in giorno, di ora in ora, a seconda delle esigenze del bambino e della madre stessa, ennesimo esempio della grande capacità adattativa di cui madre natura ci ha dotati.
L’OMS raccomanda l’allattamento al seno esclusivo fino a sei mesi di vita del bambino; dal 6° mese si potrà iniziare ad introdurre altri alimenti oltre al latte, dando il via alla cosiddetta alimentazione complementare. Gli alimenti di nuova introduzione non sostituiscono il latte materno, ma lo integrano, arrivando così a garantire il soddisfacimento di tutti i fabbisogni nutrizionali del bambino, che il solo latte non sarebbe più in grado di soddisfare.
Le ricerche più recenti inducono a pensare che l’alimentazione complementare, dovrebbe essere pianificata in modo differente a seconda che il lattante sia stato alimentato con latte materno o latte in formula durante i primi mesi di vita. Al momento non esistono però linee guida così specifiche, pertanto è bene seguire le regole base dello svezzamento e consultare sempre il proprio pediatra.
L’introduzione degli alimenti avviene con la preparazione di una prima pappa, solitamente proposta ad orario di pranzo; per il resto della giornata il bambino continuerà ad essere nutrito con latte materno.
La prima pappa dovrebbe essere composta da: 20 g di crema di cereali preparata con circa 200 ml di brodo vegetale; a questi verrà aggiunta una fonte proteica che inizialmente vedrà l’alternarsi di carne fresca (15 g) o omogeneizzata (40 g) con legumi secchi decorticati (10 g).
A questa preparazione NON andrà aggiunto sale, dado o formaggio grattugiato; il formaggio grattugiato non è, come per gli adulti, una sorta di condimento, ma una vera e propria fonte proteica che andrà eventualmente a sostituire la carne o i legumi per non avere una pappa eccessivamente proteica.
Il brodo vegetale andrà preparato con verdure fresche, iniziando con carote, zucchine e patate e arricchito con altre verdure con il passare del tempo.
Al termine della pappa, oppure a metà mattina o pomeriggio, potrà essere proposto al bambino uno snack a base di 80 g di frutta fresca (mela grattugiata o banana schiacciata) oppure 1/2 omogeneizzato di frutta senza zuccheri aggiunti.
Con il passare del tempo sarà importante variare gradualmente gli alimenti proposti, sia per quanto riguarda frutta e verdura, sia per quanto riguarda l’introduzione di pesce, uova e formaggio, in sostituzione di carne e legumi.
Infine, particolare attenzione va posta verso quegli alimenti che non andrebbero proposti al bambino prima del compimento di un anno di età: zucchero, latte vaccino, sale e miele. La pratica diffusa di immergere il ciuccio nel miele, per calmare il bambino, può mettere a rischio la sua salute poiché può indurre un’intossicazione che prende il nome di: botulismo infantile. Il miele può infatti contenere delle spore che, in un organismo completamente formato, con una flora batterica intestinale pienamente matura, non creano alcun danno, ma lo possono invece creare in intestini con flora non ancora pienamente formata come quella dei lattanti, con la conseguente produzione di una tossina altamente tossica.
Nonostante tutte le attenzioni e accortezze suggerite, vale la pena ricordare ad ogni neo mamma di imparate a godere di questo momento, in cui l’istinto materno e la capacità insita in ogni madre di capire il linguaggio non verbale del proprio figlio diventano il miglior alleato per crescerlo in salute.