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Territorio | 21 luglio 2022, 08:00

Il Consiglio regionale approva il Ddl sulle grandi derivazioni ad uso idroelettrico

Preioni (Lega): "Scongiurata l’ipotesi che multinazionali o imprese estere possano venire a prendersi degli asset strategici". Avetta (Pd): "Messa una pezza ai precedenti errori della Giunta Cirio"

Il Consiglio regionale approva il Ddl sulle grandi derivazioni ad uso idroelettrico

Approvato in Consiglio regionale il Ddl che ha apportato modifiche alla legge del 2020 in tema di assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico. Un Ddl che rappresenta una vittoria per i territori e il loro conseguente rilancio, grazie a corposi investimenti che arriveranno dalle concessioni.

Per il Piemonte questa partita varrà, a regime, 150-200 milioni di euro, con l’andare a gara di quasi tutte le grandi derivazioni. E proprio in Piemonte, va detto, insistono le grandi derivazioni: il Vco, prima fra tutte le province, che fa circa un terzo della produzione idroelettrica regionale, ma anche il Torinese e il Cuneese.

La gestione delle concessioni idroelettriche direttamente da parte della Regione – ha commentato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio - diventa ancor più strategica alla luce dell’emergenza siccità di questi giorni, perché avremo la possibilità di definire noi le regole del rapporto con i concessionari, in modo da prevedere in casi come questo di emergenza una collaborazione maggiormente fattiva”.

Il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni, soddisfatto per l’esito del voto, ricorda che “la Lega aveva sventato a Roma i blitz del Pd che prevedevano il rinnovo delle concessioni allo Stato a discapito della concezione che l’acqua è un bene pubblico e che va pagata. Si tratta di un settore strategico e con grandi introiti - dice Preioni - e che, oltre tutto, vive un momento di risalita del prezzo dell’energia. Il Pd, in particolare il deputato ossolano Enrico Borghi, voleva far tornare a Roma questa competenza e toglierla alle regioni. Ma non ha fatto i conti con la Lega”.

Ancora Preioni: “E’ stato introdotto il sistema del project del partenariato, quindi i grandi player tipo Eni ed Enel che tutti vogliamo possano continuare a lavorare perché hanno fatto la loro parte e sono aziende italiane, potranno usufruire del diritto di prelazione: viene scongiurata l’ipotesi che ci siano multinazionali o imprese estere che possano approfittare e venire a prendersi degli asset strategici, soprattutto in un momento geopolitico come quello che stiamo vivendo”.

D’ora in avanti, non solo verranno riconosciuti canoni adeguati ai territori montani interessati, compensazioni ambientali e forniture di energia gratuita, ma finalmente, dopo oltre vent’anni di stallo, partirà una stagione di grandi investimenti per modernizzare e rilanciare l’idroelettrico. “Di fronte ai rilievi del governo - ha poi aggiunto Matteo Gagliasso, vicepresidente leghista della commissione Ambiente e relatore di maggioranza del provvedimento - la Regione ha giustamente deciso di andare avanti sulla propria strada in tema di grande idroelettrico, grazie al lavoro fatto dagli uffici, dall’assessorato e anche alla collaborazione delle minoranze. Una materia quanto mai attuale in un periodo di crisi energetica qual è quello che stiamo attraversando. Ma soprattutto un’opportunità di sviluppo e benessere per i nostri territori. Grandi investimenti che daranno finalmente ossigeno alle casse della Regione”.

"Oggi il Consiglio regionale è intervenuto per mettere una pezza agli errori commessi con ostinazione dalla Giunta Cirio in materia di grandi derivazioni ad uso idroelettrico (le cd. “concessioni): infatti, la legge regionale è stata impugnata dal Governo davanti alla Corte Costituzionale per diversi profili di illegittimità, a cominciare dall’esclusione delle domande di nuove concessioni. Ancora una volta la Giunta Cirio si è fatta bacchettare dal Governo e abbiamo perso più di un anno. Questi errori di presunzione li pagano i piemontesi. E questo nonostante il Pd avesse avvisato la Giunta che quella legge era scritta male e che avrebbe esposto la Regione Piemonte al ricorso del Governo. Cosa puntualmente accaduta. Come spesso capita a Cirio e ai suoi assessori quando mettono il naso fuori dal cortile di casa" afferma il consigliere regionale del Pd Alberto Avetta.

"Registriamo una certa difficoltà da parte della Giunta e della sua maggioranza quando si devono scrivere leggi che hanno un impatto significativo, che coinvolgono interessi complessi ed articolati e che devono essere coerenti con l’impianto legislativo nazionale ed europeo. Leggi un po’ più complesse di quelle, pur importanti, sulla Festa del Piemonte, che però hanno impegnato l’Aula per settimane, quando invece sarebbe urgente concentrarsi su temi ben più dirimenti rispetto al futuro economico e sociale dei nostri territori. Gli amici delle destre pensano che la tanto sbandierata autonomia del Piemonte si traduca in “a casa nostra facciamo come vogliamo”. Ma non funziona così. E anche stavolta - e per fortuna - qualcuno ha imposto loro la marcia indietro”, ha concluso Avetta.

C.S.

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