È Cuneo la piazza che i circa 45mila lavoratori stagionali dell’agricoltura di tutto il Piemonte hanno scelto per la manifestazione che sabato 10 aprile li vedrà protestare per la loro esclusione dal Decreto Sostegni e dai diversi ristori finora previsti dai governi che si sono avvicendati nella gestione economica dell’emergenza sanitaria.
In programma per le ore 10 di fronte alla Prefettura cuneese e a quelle altri diciannove capoluoghi di provincia d’Italia, i presidi regionali seguono quelli che Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil hanno tenuto lo scorso 31 marzo di fronte a Palazzo Madama a Roma, sede del Senato.
"Il Decreto Sostegni – lamentano in una nota i segretari regionali delle tre sigle, gli albesi Franco Ferria (Cisl) e Alberto Battaglino (Uil), insieme a Denis Vayr per la Cgil – riconosce una indennità di 2.400 euro per i lavoratori stagionali e a tempo determinato e di importo variabile per altre categorie, ma come i precedenti decreti non prevede alcun ristoro per i lavoratori agricoli, malgrado abbiano subito le perdite di cospicue giornate di lavoro a causa dell’emergenza Covid".
"Gli unici aiuti ricevuti finora – aggiunge il segretario cuneese della Fai Cisl Antonio Bastardi – sono le due tranche da 500 e 600 euro ricevute da alcuni lavoratori tra il maggio e il giugno scorsi. A quei ristori non ne sono però seguiti altri, come invece avvenuto dagli stagionali di altri settori, mentre la crisi di questi mesi ha colpito duramente anche molte aziende dell’agricoltura, e soprattutto le tantissime realtà meno strutturate, quelle nelle quali più facilmente si annida il cosiddetto «lavoro grigio» e si concentrano le figure di addetti maggiormente privi di garanzie e tutele".
"A questo – riprende la nota delle segreterie regionali –, si aggiunge la preoccupazione per il riemergere, attraverso alcune dichiarazioni a mezzo stampa, della tentazione di modificare, semplificandola, l’attuale normativa sui voucher in agricoltura, nonostante il contratto collettivo nazionale garantisca già tutta la flessibilità di cui necessitano le imprese. Inoltre, lo stallo dei rinnovi contrattuali provinciali, sta evidenziando l’estrema difficoltà nel proseguire le trattative in tutta Italia, e ad oggi in nessuna provincia del Piemonte è stato rinnovato il Cpl".
Qui le ragioni della protesta, con l’avviso che – concludono i referenti piemontesi di Fai, Flai e Uila – "se non si troveranno risposte positive alle giuste richieste dei lavoratori agricoli, le iniziative di mobilitazione saranno implementate ulteriormente nelle prossime settimane".