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Cronaca | 31 marzo 2021, 17:10

Operazione "The White Rooster": 9 misure cautelari per spaccio di droga fra Novara e Vercelli

Una vasta operazione antidroga condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Novara ha portato a misure cautelari nei confronti di 9 persone

Operazione "The White Rooster": 9 misure cautelari per spaccio di droga fra Novara e Vercelli

Una vasta rete di spaccio in grado di piazzare, ogni mese, almeno un chilo e mezzo cocaina e che agiva tra le province di Novara e Vercelli con ampie ramificazioni e molti referenti locali tra i quali un vercellese che, ogni 10.15 giorni, riusciva a piazzare circa un etto di coca nel suo vasto giro di clienti.

Sono 9 le misure cautelari eseguite nella mattina di mercoledì, su disposizione del Gip del Tribunale di Novara, al termine di una vasta indagine condotta dalla Squadra Mobile delle Questura novarese.

Tre le custodie cautelari in carcere, una custodia cautelare degli arresti domiciliari, quattro obblighi di dimora di cui tre con divieto di allontanamento notturno e un obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Tra i destinatari dei provvedimenti cautelari F.D. di anni 31, italiano residente a Vercelli, punto di riferimento della rete di spaccio.

L'indagine ha avuto inizio nel maggio 2020, dopo l’arresto in flagranza di un italiano residente a Novara, trovato in possesso di 90 grammi di cocaina purissima. Il discreto quantitativo di stupefacente e l’ottima qualità della sostanza hanno richiamato l’attenzione degli esperti della narcotici, i quali hanno compreso subito che l’uomo era certamente inserito in un contesto più ampio. Gli investigatori hanno così avviato un’articolata attività di indagine volta a ricostruire e stroncare la rete di spaccio.

Gli accertamenti hanno permesso di risalire a P.V., cittadino italiano di anni 29, attivo da diversi anni nella cessione di cocaina tra le province di Novara e di Vercelli e vero e proprio “dominus” della rete di spaccio, in grado di movimentare ogni mese fino a 1,5 chili di cocaina, attività che gli consentiva di trarre un ingente profitto economico, quantificabile in 100mila euro circa, e garantirgli un tenore di vita ben al di sopra delle sue possibilità economiche. Lo stesso, nel corso di diverse intercettazioni, si vantava persino che, in trent’anni di lavoro onesto, non sarebbe mai riuscito a guadagnare neanche un terzo di quanto ottenuto, in pochissimo tempo, proprio grazie alla cessione di cocaina. Scaltro nei comportamenti e molto attento a evitare passi falsi, l'uomo è stato a lungo sorvegliato dalle forze dell'ordine che sono così riuscite a identificare un’ampia rete di soggetti dediti allo spaccio di cocaina, che realizzava i propri affari illeciti tra le province di Novara e Vercelli.

Tra gli indagati sono emersi B.L. di 35 anni, italiano residente nella provincia di Novara e F.D. di 31 anni, cittadino italiano residente nella provincia di Vercelli; i due erano in grado di acquistare, ciascuno, circa 100 grammi di cocaina ogni 10-15 giorni, che rivendevano, in proprio, ad un’ampia e consolidata clientela.

L’indagine ha consentito inoltre di individuare ulteriori soggetti che si approvvigionavano di stupefacente dai principali indagati, per poi gestire, a loro volta, lo spaccio in maniera autonoma; è il caso, ad esempio, di due italiani, un uomo ed una donna, T.R. di 31 anni, P.G., di 47, che lavoravano in stretta sinergia tra loro, e M.M. 48enne residente nella provincia di Torino, che acquistavano ingenti quantitativi di droga da B.L., e gestivano una autonoma attività di spaccio di cocaina.

Un sistema di "cessione a cascata”, che ha coinvolto numerose persone: appare singolare, come è emerso dalle intercettazioni, che uno degli indagati avesse trovato la collaborazione dello zio 72enne, il quale, nonostante l'età, oltre a fungere da “custode” dello stupefacente per conto del nipote, aveva iniziato una propria autonoma attività di spaccio.

Per l’esecuzione delle misure cautelari, delle perquisizioni e dei sequestri sono stati impiegati oltre 50 agenti, con la partecipazione del personale delle Squadre Mobili di Torino, Alessandria, Aosta, Cuneo, Verbania e Vercelli, del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte nonché il Nucleo Cinofili della Questura di Torino.

Redazione

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