L'Unità di crisi della Regione Piemonte ha evitato alcune truffe alla sanità pubblica negli acquisti del materiale sanitario per l'emergenza Coronavirus. Lo ha dichiarato Antonio Rinaudo, responsabile dell'ufficio di coordinamento legale dell'area giuridica della struttura, respingendo le critiche sui ritardi negli approvvigionamenti nel corso della videoconferenza di questa mattina.
"Ritengo che le critiche ricevute siano fondate sulla sabbia", ha detto. "Veniamo invece attaccati sulle voci, sui pettegolezzi, sulla non conoscenza della materia". Gli acquisti, ha spiegato, richiedono "indagini lunghe e articolate per capire con chi si parla. Altrimenti i rischi sono concreti". E ha citato il caso di "un italiano che si è proposto di fare da intermediario in Cina" per procurare del materiale. "Chiedeva un pagamento all'ordine significativo. Gli ho detto assolutamente no e ho attivato subito le indagini nei suoi confronti". Lo stesso intermediario, a un certo punto della trattativa, ha chiamato in causa una società americana, che, però, in seguito ad accertamenti, si è scoperto avesse "sede nel sottoscala di una palestra, e l'amministratore delegato era un bodyguard".
"In altre Regioni - ha concluso - la fretta e l'urgenza di acquistare materiale ha portato anche a sonore truffe".