Continuano a centrare il bersaglio le indagini condotte dagli uomini della Squadra Mobile della Polizia contro lo spaccio di droga e, in particolare, a caccia di quei luoghi che in totale clandestinità permettono ai malviventi di preparare droghe "alternative". E così, dopo i due laboratori dove venivano realizzate ostie di crack, gli agenti sono riusciti a scoprire un terzo luogo dove si lavorava la marijuana.
La scoperta è avvenuta lo scorso 9 gennaio in via Camillo Riccio, zona Mirafiori, dove le forze dell'ordine hanno trovato un terzo laboratorio, questa volta attrezzato con strumentazione idonea all’estrazione dalle infiorescenze di marijuana, di sostanza liquida ricca di tetraidrocannabinolo, principio attivo meglio noto come THC. La sostanza, così ricavata, veniva utilizzata nelle sigarette elettroniche in sostituzione della nicotina liquida, in modo da camuffare l'assunzione che di solito avviene attraverso il classico “spinello”.
A finire nei guai M.C., di 33 anni, autore dell’attività illecita di produzione di sostanze stupefacenti, finito in manette. A seguito della perquisizione domiciliare, oltre al ritrovamento del kit per la preparazione della “marijuana liquida”, corredato da un tubo in metallo con relativi filtri per l’estrazione di oli e resine, da un flacone di Glicole Propilenico, un flacone di Glicerina Vegetale, 5 filtri-bocchini nuovi per sigarette elettroniche, sono stati sequestrati anche circa 400 grammi di marijuana, 25 “datteri” di hashish per 250 grammi, un bilancino elettronico di precisione ed oltre 1000 euro in contanti. Il trentatreenne è stato tratto in arresto anche per il reato di detenzione di marijuana e hashish.
Sono in corso ulteriori indagini per risalire alla filiera dell’illecita produzione della sostanza stupefacente liquida ed agli eventuali coinvolgimenti di gruppi criminali organizzati.