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Politica | 23 settembre 2019, 19:45

Il consiglio consiglio comunale approva (anche con il voto del Pd) l'atto di indirizzo sul teleriscaldamento

Il consiglio consiglio comunale approva (anche con il voto del Pd) l'atto di indirizzo sul teleriscaldamento

 Il Comune di Novara torna a rilanciare un progetto che, sotto varie specie, ha attraversato gli ultimi tre lustri della nostra città, senza mai approdare ad una conclusione concreta. Il progetto è quello del teleriscaldamento, cioè di una infrastruttura che raccoglie calore (acqua o vapore ad alta temperatura) prodotto in un determinato impianto, e lo distribuisce attraverso una rete di tubazioni interrate, alle abitazioni, che lo utilizzano per alimentare i propri impianti di riscaldamento

Se n’è parlato oggi in consiglio comunale con il dibattito su una delibera con la quale si apre la strada alla possibilità di una iniziativa totalmente privata con il comune che decide di dettare solo alcune regole generali.

La nuova impostazione si basa sul fatto che non esiste in Italia una normativa che vincoli la realizzazione di una rete di teleriscaldamento alla iniziativa di mano pubblica. Si tratta di fatto dell’unico caso di servizio a rete che può essere gestito in regime di liberalizzazione. E questo è il percorso che l’amministrazione ha deciso di seguire.

La delibera contiene alcuni principi base, che forniranno all’amministrazione la griglia per valutare i contenuti dei progetti che eventuali operatori privati dovessero presentare al Comune. Tra questi, ad esempio, le garanzie sul vantaggio economico per i cittadini, che si chiede sia ancorato all’andamento del costo degli altri sistemi di riscaldamento. Cioè: se per ipotesi il costo del metano dovesse scendere, anche il costo del teleriscadamento dovrebbe diminuire in modo proporzionale. Un altro principio riguarda l’offerta che il privato farà in termini sul tema dei ripristini stradali: l’interramento dei tubi può essere una ottima occasione per rifare interamente una serie di strade della città.

Il tema è stato oggetto di un dibattito franco ma sereno e costruttivo, al termine del quale sono stati approvati due emendamenti che rafforzano gli aspetti di garanzia.

Proprio in seguito all’approvazione di questi emendamenti, il gruppo del Partito Democratico ha deciso di votare a favore della delibera. Per il Movimento 5 Stelle, invece, il permanere di dubbi e interrogativi, ha determinato un voto di astesione.

i torna a puntare dunque decisamente su questa tecnologia, che apparve per la prima volta nell’orizzonte della città di Novara nel 2006 quando Asm Brescia (poi A2A dopo la fusione con Aem Milano) e Pessina Costruzioni sottoscrissero un accordo con il Comune di Novara per realizzare il teleriscaldamento della città. Il contratto prevedeva una concessione di 40 anni, la costruzione di una centrale ex novo in fondo a via Generali e la posa di 25 chilometri di tubature. Investimenti previsti per quasi 63 milioni di euro.

In realtà, nonostante il grande battage pubblicitario l’intesa naufragò sul nascere.

Ora si ricomincia, sia pure con una diversa impostazione. Dopodichè al Comune resterà il problema più rilevante: capire se esiste un privato interessato a realizzare l’opera alle condizioni fissate dall’amministrazione. Il che non è un piccolo interrogativo.

ECV

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