Attaccati alla rete di protezione raggiungono la 26enne che vuole lanciarsi nel vuoto, mettendo a rischio la propria vita ad un'altezza di oltre 15 metri, ovvero cinque piani di un condominio e la bloccano. Gli eroi, non per caso, del giorno sono due carabinieri della Radiomobile di Biella rimasti volutamente nell'anonimato, e il fatto risale al pomeriggio di sabato 3 agosto.
Questa storia inizia da una giornata come tante: sole, cielo azzurro, caldo sopportabile a Biella. Ad un certo punto, del primo pomeriggio, scatta l'allarme alla centrale operativa di Milano: qualcuno tenta il gesto estremo sul ponte della tangenziale, in corso Lago Maggiore. In prossimità della giovane, già oltre la rete e spostata verso il centro del ponte, si fermano alcuni automobilisti e una pattuglia della squadra volante della polizia che afferra la giovane, prontamente. Ma sono dalla parte opposta, possono solo solo trattenerla ma non metterla in salvo, non eliminare il pericolo.
Attimi di paura, di emozioni fortissime. I due carabinieri non pensano, non esitano, agiscono. Iniziano a percorrere il cornicione esterno del ponte attaccati col le sole mani alla rete e con i piedi non ben saldi al cemento. Percorrono il tratto, raggiungono la 26enne, la bloccano mettendola in sicurezza. Si tira un sospiro di sollievo. Poi l'intervento risolutivo dei vigili del fuoco che tagliano la rete con una smerigliatrice imprestata da un artigiano di passaggio. La giovane viene prelevata e portata sul marciapiedi del ponte per poi essere affidata alle cure dell'equipe medica del 118.
Due uomini, due militari. A loro in primis oltre ai poliziotti e vigili del fuoco, la 26enne deve la sua preziosa vita. A loro va il "grazie" di tutti, sicuramente tra qualche tempo anche di quello della 26enne. Il"grazie" è anche nostro che in questa occasione possiamo scrivere il lieto fine in un tentativo di gesto estremo.