Bullismo e cyberbullismo non vanno in vacanza, anzi, con le scuole chiuse i ragazzi sono ancora più esposti. In occasione dell’apertura degli Oratori estivi, Fondazione Carolina - l’istituzione creata a Novara per ricordare Carolina Picchio, la giovane novarese che si è tolta la vita nel 2013 a soli 14 anni dopo essere stata vittima di episodi di cyberbullismo - stringe una partnership con 1SAFE, l’unica App per la sicurezza partecipata, in rete con i Comuni e le forze di Polizia Locale. Uno strumento innovativo per segnalare e gestire eventuali casi di bullismo, anche e soprattutto nella sfera digitale, nelle mani (e negli smartphone) degli educatori e degli animatori impegnati negli oratori estivi.
1SAFE, l’applicazione più diffusa in Italia sulla sicurezza partecipata allargherà i suoi servizi rivolti alla cittadinanza alle tematiche relative alla prevenzione e al contrasto del bullismo e del cyberbullismo. Alle segnalazioni per la sicurezza e il decoro urbano, in collaborazione con le Amministrazioni Locali e le Forze dell’ordine, si affiancheranno, grazie alla collaborazione con Fondazione Carolina, quelle sull’uso distorto della rete.
La sperimentazione comincerà in 120 oratori tra Lombardia, Umbria e Puglia in occasione dei “Grest” coinvolgendo circa 35.000 ragazzi, oltre alle colonie estive della Fondazione ATM con altri mille giovani.
Un sodalizio presentato qualche giorno prima del compleanno di Carolina, come ricorda papà Paolo Picchio: «E’ un regalo bellissimo per Caro: una tappa importante di un percorso che ha portato alla Legge nazionale, al primo processo in Europa in materia di cyberbullismo e alla nascita di Fondazione Carolina. Solo nell’anno scolastico 2018/2019 ha incontrato circa 31mila ragazzi, 6.500 genitori, 3.500 docenti”. Dal prossimo settembre la collaborazione con 1SAFE darà vita ad una sperimentazione nelle scuole: «Stiamo già lavorando - conclude il direttore Zoppi - per fornire uno strumento finalmente operativo e concreto ai referenti scolastici per il cyberbullismo, previsti dalla legge, ma spesso abbandonati a se stessi».