Attualità - 30 dicembre 2025, 14:29

Cambiamento climatico e instabilità montana: allarme per Piemonte e Alpi

Secondo il VI report della Carovana dei ghiacciai di Legambiente, la crisi climatica accelera frane ed eventi estremi anche nel territorio piemontese; associazioni e scienziati chiedono monitoraggi e piani di adattamento

Cambiamento climatico e instabilità montana: allarme per Piemonte e Alpi

Le montagne piemontesi continuano a lanciare segnali di allarme in un contesto di crisi climatica sempre più evidente. Nel 2025 il numero di eventi franosi in alta quota e di fenomeni meteorologici estremi è aumentato anche nel territorio piemontese, secondo il VI report “Carovana dei ghiacciai” di Legambiente, presentato oggi in vista della Giornata mondiale della montagna e dell’Anno internazionale dei ghiacciai.

Il rapporto, realizzato in collaborazione con Cipra Italia e la Fondazione Glaciologica Italiana, fotografa un quadro di fragilità crescente sulle Alpi, con 40 eventi franosi documentati nell’arco alpino nel solo 2025 e un costante aumento delle condizioni instabili che mettono sotto pressione versanti e infrastrutture. In Piemonte, la ricercatrice Marta Chiarle del CNR-IRPI segnala 6 eventi franosi registrati da inizio anno, confermando come anche il territorio regionale non sia immune da questi fenomeni.

I dati dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente evidenziano poi un aumento degli eventi meteorologici estremi: nelle regioni alpine sono stati mappati complessivamente 154 casi tra gennaio e novembre 2025, con la Lombardia al primo posto (50 eventi) e il Piemonte che si posiziona al terzo posto della classifica con 28 fenomeni estremi, tra allagamenti causati da piogge intense, venti forti, esondazioni e frane scatenate da precipitazioni.

Questi segnali non devono sorprendere: le montagne italiane continuano a risentire della crisi climatica, con temperature che aumentano più rapidamente della media globale e fenomeni di fusione glaciale sempre più marcati. Negli ultimi 60 anni sulle Alpi italiane si è persa oltre un’area glaciale di 170 km², con importanti riflessi anche sul permafrost e sulla stabilità dei pendii.

In Piemonte lo stesso fenomeno di recessione glaciale è significativo: dalle rilevazioni di Legambiente emerge una drastica diminuzione della copertura glaciale nella regione, passata da 56 km² a 22 km² in sei decenni, un dato che parla da sé sulla velocità del cambiamento in atto.

Tra le richieste avanzate da Legambiente, Cipra Italia e Fondazione Glaciologica Italiana spiccano monitoraggi ambientali continui e mirati, l’aggiornamento delle carte di pericolosità geomorfologica e l’istituzione di un catasto dei ghiacciai aggiornato insieme a una mappatura nazionale del permafrost. Azioni che consentirebbero al Piemonte e alle altre regioni alpine di migliorare pianificazione territoriale, mitigazione dei rischi e adattamento ai cambiamenti climatici.

Secondo gli esperti coinvolti nel report, la crisi climatica non è una minaccia lontana, ma una realtà che sta già incidendo sulla sicurezza delle comunità montane e dei territori a valle. Per questo, sottolineano i promotori del rapporto, è fondamentale combinare dati scientifici con politiche pubbliche coraggiose e strategie innovative di tutela ambientale e gestione del rischio.

Infine, per approfondire l’evoluzione delle fragilità delle montagne, è disponibile dal 9 dicembre il podcast “Dove il ghiaccio scompare. In viaggio con la Carovana dei ghiacciai”, in sei puntate sulle principali piattaforme audio. Una narrazione che porta l’ascoltatore tra le alte vette d’Italia, Svizzera e Germania per comprendere meglio cosa sta accadendo alle montagne del nostro continente.

comunicato stampa a.f.

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