«Non conosco il nuovo presidente, ma da un punto di vista politico la scelta di nominarlo va contro i sindaci del territorio e sacrifica il Parco del Ticino e il territorio novarese sull’altare delle tensioni interne al centrodestra e all’amichettismo di Fratelli d’Italia» così Domenico Rossi consigliere regionale del Pd, ha commentato la nomina di Alessandro Antonio Bellan a presidente dell’Ente di gestione delle Aree protette del Ticino e del Lago Maggiore formalizzata questa mattina da parte dell’assessore Paolo Bongioanni.
La comunità dei sindaci è stata chiamata a votare due volte per l’elezione del nuovo presidente, che avrebbe interrotto il commissariamento risalente a gennaio 2025, bocciando per ben due volte il nome indicato dalla Giunta Regionale, proprio quello di Bellan. «Nonostante la maggioranza dei sindaci appartenga al centrodestra il candidato ha collezionato due bocciature. La giunta invece di prendere atto che non era la proposta giusta è andata avanti e oggi arriva una nomina di imperio» ha commentato Rossi aggiungendo che si tratta di «uno schiaffo ai sindaci che hanno tenuto la schiena dritta, rivendicando una scelta fondata sul merito e il dialogo con il territorio e non sulle appartenenze. Con quale legittimità il nuovo Presidente condurrà il parco? A chi darà ascolto? Alla comunità del Parco che non lo ha sostenuto o all’assessore di Cuneo?».
«Con gli slogan la destra che governa il Piemonte è per il merito e al fianco delle amministratori locali, ma nei fatti procede senza ascolto e con arroganza» ha aggiunto Rossi. Nella lunga storia del Parco è la prima volta che si procede alla nomina del Presidente senza raggiungere un’intesa. «Ancora una volta un ente fondamentale per il territorio viene umiliato e abbandonato alla logica della spartizione delle poltrone» ha concluso Rossi.





