Sanità - 18 novembre 2025, 18:08

Tre studi dell’Aou confermano il valore della ricerca

Dal contatto precoce madre-neonato all’evoluzione della celiachia nei bambini, fino all’uso routinario dell’ecografia compressiva: la rubrica “Curarsi con la ricerca in Piemonte” racconta i progetti che stanno migliorando prevenzione, diagnosi e assistenza

Tre studi dell’Aou confermano il valore della ricerca

Prevenzione, capacità di leggere i cambiamenti clinici e percorsi diagnostici sempre più accurati. È in questa direzione che si muove la ricerca sviluppata all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Novara, protagonista della nuova puntata di “Curarsi con la ricerca in Piemonte”, la rubrica della Regione Piemonte in collaborazione con il Dairi Regionale (Dairi-R) dedicata alle esperienze delle Aziende Sanitarie del territorio.

Il primo studio, condotto in ambito pediatrico, ha analizzato oltre 2.400 neonati nati sani nel Punto Nascita di Novara, rivelando come l’attacco al seno nella prima ora di vita sia il fattore chiave per il mantenimento dell’allattamento esclusivo fino ai sei mesi. La ricerca, presentata ai congressi Sigenp 2023 e SIP 2024, evidenzia l’importanza di politiche ospedaliere che favoriscano il contatto precoce madre-bambino, dimostrando che interventi semplici nelle primissime ore possono generare benefici duraturi sulla salute neonatale.

Un secondo lavoro, realizzato dal team di Gastroenterologia e Nutrizione dell’AOU, ha approfondito l’evoluzione della celiachia pediatrica negli ultimi trent’anni. I dati indicano un cambiamento nei quadri clinici e un aumento dei bambini sovrappeso o obesi al momento della diagnosi. Un trend che impone un aggiornamento degli approcci diagnostici: oggi la celiachia deve essere considerata anche nei piccoli con eccesso ponderale, specie in presenza di sintomi gastrointestinali. I risultati sono stati presentati al congresso ESPGHAN 2023 e pubblicati sulla rivista internazionale Nutrients.

Infine, una ricerca della Medicina Interna ha valutato l’impiego sistematico dell’ecografia compressiva (Cus) nella diagnosi precoce del tromboembolismo venoso nei pazienti ricoverati per dispnea o insufficienza respiratoria. Lo studio indica che un ricorso routinario a questo esame può individuare casi di trombosi profonda o embolia polmonare altrimenti non rilevabili, migliorando la sicurezza e l’appropriatezza diagnostica soprattutto nei pazienti anziani e fragili.

Tre progetti diversi, un unico obiettivo: rafforzare il legame tra ricerca e assistenza, rendendo le cure più efficaci, personalizzate e basate sull’evidenza scientifica.

comunicato stampa a.f.

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