A Bellinzago Novarese, si è tenuta la cerimonia per la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, alla presenza delle autorità civili e militari, delle associazioni d’arma e della cittadinanza.
A rappresentare la Provincia di Novara è stato il Vicepresidente Andrea Crivelli, che ha preso parte alla commemorazione dei caduti per la patria, in un momento di memoria e riconoscenza verso coloro che hanno sacrificato la propria vita per la libertà e l’unità del Paese.
L’iniziativa ha voluto sottolineare l’importanza dei valori di patriottismo, servizio e coesione nazionale, ricordando anche il contributo quotidiano delle donne e degli uomini delle Forze Armate, che operano con dedizione per la sicurezza delle comunità, sia in Italia sia nelle missioni internazionali.
Andrea Crivelli, Vicepresidente della Provincia di Novara, ha dichiarato:
«Ricordare i caduti significa rinnovare il patto che ci lega ai valori fondanti della nostra Repubblica. Le Forze Armate continuano a rappresentare un presidio di libertà e democrazia, servendo il Paese sia nelle missioni internazionali sia sul territorio, intervenendo nelle emergenze e sostenendo le nostre comunità. A loro va la nostra più sincera gratitudine per l’impegno silenzioso ma costante a difesa della collettività.»
La Provincia di Novara rinnova così la propria vicinanza e riconoscenza verso tutti coloro che, ieri come oggi, si dedicano con spirito di servizio alla difesa dei cittadini e dei valori della Repubblica Italiana.
L'intervento del Sindaco Fabio Sponghini
"Carissimi concittadini, rappresentanti delle forze armate, autorità civili e militari, alunne e alunni, insegnanti qui presenti,
in questa 𝙂𝙞𝙤𝙧𝙣𝙖𝙩𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡’𝙐𝙣𝙞𝙩𝙖' 𝙣𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙚 𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙁𝙤𝙧𝙯𝙚 𝘼𝙧𝙢𝙖𝙩𝙚 ammetto di aver riflettuto a lungo sul tenore che avrei voluto dare al mio intervento di stasera.
Negli ultimi mesi mi è capitato infatti, di partecipare a momenti collettivi e manifestazioni di piazza, nei quali l’accento è stato marcatamente posto sul concetto di PACE e sulla necessità, reclamata a gran voce, di cessazione di ogni forma di conflitto.
Ora, nel ricordare una vittoria ottenuta con le armi, a costo di milioni di vite, al termine della Prima guerra mondiale, vorrei dare un significato attuale a questo 4 novembre: questa è la giornata dell’unità nazionale, definitivamente compiutasi il 4 novembre 1918 con l’Armistizio di Villa Giusti che pose fine a quella guerra; ed è la giornata delle forze armate che oggi celebriamo con tutta la nostra riconoscenza nei contronti di quegli uomini in uniforme che hanno combattuto per una Nazione indipendente e libera ispirata ai valori democratici e di pace. Ma forze armate, che vogliamo celebrare anche per l’impegno profuso in questi ultimi decenni nel mantenimento della pace in Italia e in vari scenari esteri a rischio, sotto l’egida delle organizzazioni internazionali di cui il nostro Paese fa parte.
Questa, per la mia amministrazione, deve essere la giornata in cui non si celebrano l’uso della forza o la retorica della guerra, perché il nostro Paese tutto ciò lo RIPUDIA, almeno da quando ci guida la buona stella della nostra Costituzione. A riprova di questo, il nostro Comune insieme a molti altri ha aderito alla campagna "RIPUDIA la guerra", esponendo nelle sedi istituzionali, ma anche in esercizi privati lo striscione che richiama l’articolo 11, che dobbiamo tutti noi ricordare sempre: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” e ancora “... promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
D’altronde tutte le testimonianze pervenuteci dal fronte del ’15-’18 sotto forma di lettere, poesie o testi vari, alcuni dei quali celeberrimi, sono accomunate dal fortissimo desiderio che la guerra abbia fine.
“Uccidersi senza conoscersi, senza neppure vedersi! È orribile!”, questo scrive Emilio Lussu nel suo libro Un anno sull’altopiano.
Eppure, oggi stiamo vivendo un periodo in cui le tenebre del passato sembrano ritornare: si combatte con i droni, si bombarda a distanza, ci si riarma, si costruiscono armi sempre più sofisticate e letali. E non cambia l’esito del loro utilizzo: la morte di vittime per gran parte civili, per gran parte innocenti. E con essa, la perdita dell’innocenza di chi la guerra l’ha intrapresa e voluta, come di chi l’ha dovuta subire.
Ancora, oggi assistiamo ad una nuova corsa agli armamenti, immemori ahimè che sia stata sempre causa di nuovi conflitti e non deterrenza per scongiurarli.
Cosa voglio dire allora io a questo mondo? Cosa voglio dire davvero a voi qui riuniti oggi?
Che dobbiamo resistere nel far memoria dei morti caduti cent’anni fa ed agire per far sì che quelle esperienze del passato non ritornino più; che le sofferenze subite da chi ha combattuto per il nostro Paese siano per noi indignazione e sprone nel gridare “BASTA” quando a soffrire ingiustamente sono adesso altri popoli.
Che questo 4 Novembre rinnovi in tutti noi l’impegno nell’essere uomini e donne di pace in ogni giorno dell’anno, con l’obiettivo che purtroppo oggi sembra ancora più complicato e lontano, di un disarmo globale e di una pace universale.
Viva l'Italia! Viva le forze armate! Viva la pace!"









