Ancora una volta, la combinazione tra senso civico della cittadinanza ed il controllo del territorio da parte dell’Arma dei Carabinieri hanno permesso di ottenere un importante risultato per la sicurezza e la giustizia.
Nel tardo pomeriggio di ieri, 27 ottobre, un cittadino ha chiamato il 112 per segnalare di aver appena visto un’auto lungo una provinciale nei boschi della Valle Elvo e di essersi insospettito perché aveva visto una persona scendere per allontanarsi di corsa del bosco. Il suo pensiero era ovviamente subito corso al noto fenomeno di spaccio in quelle zone. Sono state allertate tutte le pattuglie in zona e poco dopo un equipaggio della Sezione Radiomobile Carabinieri di Biella ha fermato un’auto simile a quella segnalata a Occhieppo Inferiore.
A bordo c’erano tre uomini, un italiano e due stranieri, di cui uno privo di documenti. Tutti sembravano tranquilli ma improvvisamente l’uomo senza documenti ha iniziato a fuggire, subito inseguito dai militari, finché nella sua corsa si è lanciato oltre la ringhiera del ponte sul torrente Elvo, precipitando nel greto sottostante in secca da un'altezza di circa 7 metri.
Immediatamente soccorso dai Carabinieri e poi da personale dei Vigili del Fuoco e dai sanitari del 118 di Biella, è stato trasportato d'urgenza presso all’ospedale per politrauma, non in pericolo di vita. Tale fuga sospetta, in assenza di qualunque elemento illegale sulla sua persona o nell’auto ha fatto subito sorgere il sospetto che l’uomo sapesse di essere ricercato.
È stato quindi chiesto il supporto degli specialisti in rilievi tecnici del Nucleo Investigativo provinciale che hanno proceduto a rilevare le impronte digitali sul posto in ospedale, dal cui controllo è emerso che effettivamente si trattava di un latitante, un marocchino 36enne colpito da un ordine di carcerazione emesso un anno fa dalla Procura Generale di Torino dovendo espiare una pena di 4 anni per reati in materia di stupefacenti, commessi in provincia di Novara tra il 2019 ed il 2020.
L'uomo è stato quindi piantonato in ospedale prima dai Carabinieri e poi dalla Polizia Penitenziaria di Biella. Continuano invece gli accertamenti per capire il motivo della presenza dell’uomo in questa Provincia.





