Sanità - 24 settembre 2025, 16:40

Un nuovo modello per il 118 entro il 2026

L’assessore Riboldi e il direttore Leli: “Al centro il personale che ogni giorno offre uno dei servizi principali della sanità piemontese”

Un nuovo modello per il 118 entro il 2026

Al Grattacielo Piemonte l’assessore alla Sanità Federico Riboldi e il direttore generale di Azienda Zero hanno incontrato le Rappresentanze Sindacali regionali del comparto e della dirigenza sanitaria per l'esame e la valutazione congiunta di possibili evoluzioni del modello organizzativo che interessa il 118.

Molti gli spunti di riflessione sull’attuale modello e sulle ipotesi di soluzione: si è concordato di definire a breve un cronoprogramma con il dettaglio delle attività necessarie oggetto di discussione, come le modalità di riorganizzazione, la gestione giuridica ed economica, e le procedure necessarie per attuarlo.

L’obiettivo, giungere a un passaggio delle risorse per una gestione unitaria di Azienda Zero a fine 2026. Questi mesi serviranno, quindi, per dare sicurezza e continuità al sistema piemontese che ad oggi è un’eccellenza a livello regionale. Il confronto con le organizzazioni è servito e servirà a definire tutti i passi necessari per raggiungere tale obiettivo.

"Ringraziamo le organizzazioni sindacali per la collaborazione nella definizione di un nuovo modello organizzativo del 118 e crediamo che il tempo che ci siamo dati sia da sfruttare al meglio per gestire tale transizione, a tutela di tutto il personale che ogni giorno offre uno dei servizi principali della nostra sanità", dichiarano l’assessore alla sanità Federico Riboldi e il direttore generale di Azienda Zero, Adriano Leli che proseguono - “Riteniamo che un modello partecipato come quello che abbiamo proposto ieri possa essere la soluzione per un tema che, ricordiamo, da moltissimi anni è al centro del dibattito e che abbiamo deciso, insieme alle altre grandi evoluzioni messe in campo in questi mesi, di non esitare nel prendere in mano.

Il confrontarci con le forze sindacali e ascoltare le proposte, pensiamo sia un modo giusto di procedere, dispiace che qualcuno non apprezzi questo meccanismo partecipativo, sicuramente se facessimo il contrario imponendo decisioni calate dall’alto, la protesta sarebbe ugualmente vibrante.”

Redazione

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