"I dazi agevolati concessi a Paesi come Vietnam, Cambogia e Birmania hanno fatto quintuplicare le importazioni di riso da quei Paesi, mettendo in ginocchio i produttori italiani e dimostrando i rischi legati alle agevolazioni concesse senza far valere il principio di reciprocità delle regole nei prossimi accordi commerciali, a partire dal Mercosur". E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti in occasione della giornata inaugurale di Risò, il Festival internazionale del riso, a Vercelli con la partecipazione del presidente nazionale Ettore Prandini e del presidente di Coldiretti Piemonte Cristina Brizzolari, assieme al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.
"Grazie alle tariffe agevolate concesse nel 2009 nell’ambito dell’iniziativa Eba (Everything But Arms), gli arrivi di prodotto da quei Paesi sono passati dai 9 milioni di chili di sedici anni fa ai quasi 50 milioni attuali", si legge in un un’analisi Coldiretti su dati Istat. "Un vero e proprio dumping ai danni dei produttori nazionali, considerato che nelle risaie asiatiche si utilizzano pesticidi banditi da decenni nella Ue, oltre ai dubbi sullo sfruttamento del lavoro, a partire da quello minorile. Ciò ha causato squilibri nei prezzi e ridotto la competitività della filiera italiana. Una situazione che rischia ora di ripetersi con il Mercosur, che prevede l’ingresso progressivo di riso a dazio zero fino a 60 milioni di chili".
In una situazione dove "circa il 60% del riso che entra in Italia beneficia di tariffe agevolate, è evidente che l’accordo con il Mercosur rischia di infliggere un nuovo durissimo colpo ai risicoltori italiani, già stretti tra basse remunerazioni all’origine e aumento dei costi di produzione. Senza dimenticare l’intenzione annunciata dalla Commissione Ue di chiudere entro la fine dell’anno un accordo commerciale con l’India, secondo produttore mondiale di riso, dai contorni ancora da chiarire", evidenzia ancora la confederazione, che chiede "l’introduzione di una clausola di salvaguardia automatica, che scatti in maniera immediata al superamento di determinate soglie di importazioni dai Paesi meno sviluppati, resta uno strumento essenziale per riequilibrare la concorrenza, garantire reddito ai produttori e difendere la tradizione risicola italiana".
Ma lo strumento "imprescindibile" per tutelare i risicoltori italiani resta "l’applicazione del principio di reciprocità, ovvero stesse regole per tutti: solo così - afferma Coldiretti - sarà possibile difendere una filiera cardine della storia e dell’economia italiana, tutelando i produttori nazionale che da anni investono in tracciabilità, qualità e sicurezza alimentare".