E' in carcere dalla serata di lunedì il presunto responsabile dell'omicidio di Kamal Kharbouch, il giovane marocchino trovato agonizzante a Novara, in un parcheggio, la notte del 28 agosto, dopo essere stato colpito al torace da un’arma da fuoco, e poi morto dopo il trasporto in ospedale.
L’arrestato è anch’egli un marocchino, ha 36 anni ed è domiciliato a Novara, noto spacciatore della zona, conosciuto nell’ambiente della droga come “Minou”. "Ma sul luogo del delitto – hanno spiegato questa mattina in conferenza stampa il questore di Novara Fabrizio La Vigna e la dirigente della Squadra Mobile Fabiana Melfi – erano presenti, come risulta dalle immagini della videosorveglianza e dalle testimonianze raccolte, almeno altre tre persone".
Confermata la ricostruzione della sequenza dei fatti già nota: intorno all’1,30 della notte del 28 agosto una persona ha chiamato il 112 chiedendo l’intervento di una pattuglia presso la rotonda di via Gnifetti riferendo che c'era un uomo raggiunto da un colpo di arma da fuoco. La volante arrivata sul posto ha trovato un giovane riverso a terra privo di conoscenza. Gli agenti hanno provato a rianimarlo, senza riuscirci: dopo pochi minuti è giunta l’equipe del 118 che ha accompagnato il ferito in ospedale, dove il giovane è morto poco dopo. I medici del Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore di Novara hanno subito individuato un foro nell’emitorace sinistro, compatibile con un colpo di pistola. Circostanza confermata dall’autopsia eseguita l'1 settembre.
Le indagini, partite dall’esame della videosorveglianza, hanno accertato l’arrivo, sulla scena del crimine, di un gruppo di cinque persone, compresa la vittima, giunte a piedi, e successivamente individuato due uomini in fuga inseguiti da altri tre, tra cui la vittima che subito si è accasciata al suolo. A questo punto due uomini si sono allontanati rapidamente, mentre altri due uomini si avvicinavano alla vittima: uno dei due maneggiava un telefono cellulare mentre l’altro ha spostato la vittima al centro della strada facendola sedere su un muretto.
“Questi dati – ha spiegato la dirigente della Mobile - unitamente alle dichiarazioni rese da testimoni e all’analisi del telefono della vittima rinvenuto sulla scena del crimine, hanno permesso di risalire all’identità di quattro persone, tre testimoni dell’accaduto e il 36enne poi arrestato", come da richiesta della Procura al Gip.
"Questo delitto – ha commentato il questore - "è accaduto a Novara, ma avrebbe potuto verificarsi ovunque: la vittima veniva da Bergamo, solo per puro caso l’incontro nell’ambito quale l’omicidio è maturato si è svolto in questa città”.
Le indagini della Mobile proseguono per chiarire la posizione degli altri presenti ai fatti. Sarà effettuata anche una perizia balistica sul proiettile estratto dal corpo della vittima per accertare che arma abbia sparato.