Attualità - 04 settembre 2025, 19:00

“Serve un’agenda sociale alternativa, più tutele per lavoratori e pensionati”

Il neo segretario generale della Cgil Vco e Novara, Michele Piffero, fissa le priorità: salari, welfare, sicurezza, mobilitazione e difesa dei diritti dei lavoratori

Michele Piffero

Michele Piffero

Con il 98% dei voti favorevoli, Michele Piffero è stato eletto nuovo segretario generale della Cgil Novara e Vco. L’elezione si è svolta martedì 2 settembre presso la sede Cgil di Borgomanero.

Piffero ha sottolineato come le priorità siano legate alla gestione delle attività sindacali e di servizio: "Le priorità sono la gestione efficace delle nostre attività, da sindacalisti e di tutela a 360 gradi: il patronato, il servizio fiscale, gli sportelli sociali, il sindacato degli inquilini, il sindacato dei consumatori. Tutto quello che facciamo a 360 gradi e che dà delle risposte ai bisogni reali e concreti delle persone, e questo lo facciamo bene, tant’è che abbiamo un trend costante di aumento degli iscritti per la nostra Camera del Lavoro di Novara e Vco".

Un impegno che, ha aggiunto, si riflette anche nei luoghi di lavoro: "Aumentiamo la nostra rappresentanza perché le elezioni dell’Rsu le vinciamo, sia nel pubblico che nel privato. Questa è una via tracciata dal precedente segretario Attilio Fasulo, che ci lascia una grande eredità politica, sindacale e umana".

Nelle dichiarazioni di Piffero trovano spazio anche i temi internazionali e nazionali con ricadute locali: "Il contrasto alle guerre è oggi centrale, perché gli effetti negativi ricadono sui lavoratori e sui pensionati. Se gli Stati investono nel riarmo, si taglia la spesa sociale: sanità, scuola, non autosufficienza, casa, pensioni e previdenza restano senza risorse. Serve una politica industriale che tenga insieme una strategia di ripartenza economica, senza austerità e senza i danni dei dazi che possono avere ricadute occupazionali e sui redditi".

Il 23 settembre, a Fontaneto d’Agogna, si terrà l’assemblea delle assemblee generali: "Sarà un momento importante per discutere delle priorità di un’agenda sociale alternativa a quella del governo", ha detto Piffero, ricordando anche le emergenze locali in tema di sicurezza: "Nel Vco negli ultimi due mesi e mezzo ci sono stati due deceduti sul lavoro. La maggior parte degli infortuni mortali avviene nel sistema degli appalti. A questo si lega anche il tema della precarietà, che rende più instabile e ricattabile la vita delle lavoratrici e dei lavoratori".

Tra le priorità indicate, anche i salari: "Bisogna aumentare gli stipendi, con una vera riforma fiscale che vada a prendere i soldi dove ci sono. Serve il rinnovo dei contratti collettivi e più democrazia, con il coinvolgimento diretto dei lavoratori".

Sul piano territoriale, Piffero ha descritto situazioni differenti. "A Novara convivono settori tradizionali come manifatturiero, agricoltura e servizi, con la logistica e le prospettive legate a Silicon Box. Si tratta di opportunità che vanno valutate rispetto alle condizioni di lavoro, al consumo di suolo, alla viabilità, al welfare e al tema della casa. Nel manifatturiero vediamo eccellenze, ma anche un aumento della cassa integrazione e una riduzione delle ore di lavoro. I dati parlano chiaro: il 49,1% delle assunzioni è a tempo determinato, mentre il 29,5% riguarda lavoratori somministrati".

Più fragile la situazione nel Vco: "Parliamo di un mercato del lavoro precario e irregolare, con circa 8 mila frontalieri e 4 mila pendolari verso la Lombardia. Negli ultimi tre anni abbiamo perso circa 200 contratti a tempo indeterminato e il 90% degli avviamenti è precario. Nel turismo le ispezioni hanno evidenziato numerose irregolarità e i redditi medi sono sotto del 7% rispetto alla media regionale".

Infine, il riferimento al tema frontalieri: "Ci sono problemi infrastrutturali e di viabilità legati ai cantieri sulle arterie verso il confine. Chiediamo la cancellazione della tassa sulla salute per i vecchi frontalieri e una strategia transfrontaliera vera, perché il Vco dipende per un decimo della sua forza lavoro dalla Svizzera, mentre in Canton Ticino un terzo della manodopera è italiana".

a.f.

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