Laghi - 16 luglio 2025, 15:39

Lago d’Orta, al via il progetto ''Integrare'' per il monitoraggio ambientale VIDEO

Contaminanti emergenti, microplastiche e cozza di lago come bio-sentinella: una ricerca innovativa per la tutela dell’ecosistema, in collaborazione con Università di Milano e Istituto Mario Negri

Il Lago d'Orta è al centro di un nuovo e ambizioso progetto di monitoraggio ambientale denominato “Integrare, Qualità ambientale del Lago d'Orta, dagli immissari ai contaminanti emergenti”, presentato oggi a Pella dall’Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone insieme ai partner.

L’iniziativa è promossa dall’Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone, ente capofila del progetto e promotore del Contratto di lago del Cusio (all’interno di cui rientra anche questa iniziativa), che si occuperà delle attività didattiche e nel supporto di alcune fasi di campionamento delle acque. Integrare coinvolge poi due importanti unità di Ricerca di Milano: il Dipartimento di Bioscienze dell’Università degli Studi di Milano  e i suoi specialisti con consolidate competenze nel campo dell'ecotossicologia, insieme allIstituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Quest’ultimo è un ente morale senza scopo di lucro, fondato nel 1961, che opera nella ricerca biomedica al servizio della salute pubblica, particolarmente specializzato nell’analisi di specifici inquinanti, come farmaci, droghe, prodotti per la cura personale e plasticizzanti.  I dati prodotti dal biennio di ricerca saranno condivisi con Arpa Piemonte, le Amministrazioni comunali e il Gestore delle Acque, per lo sviluppo di interventi mirati e per l'eventuale predisposizione di un piano di monitoraggio periodico. INTEGRARE si inserisce pienamente negli obiettivi delle recenti politiche ambientali europee, come la Direttiva Quadro sulle Acque e la Strategia sulla Biodiversità 2030, supportando la conservazione dell’ecosistema.

Sono previste iniziative di sensibilizzazione e coinvolgimento attivo della cittadinanza, dedicate alla conservazione dell'ecosistema, tra cui workshop, attività didattiche nelle scuole, eventi divulgativi, uscite di campionamento, conferenze e una mostra finale organizzata dall’Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone per raccontare quanto realizzato durante lo svolgimento del progetto.

Monitoraggio di contaminanti emergenti e delle mircoplastiche nelle acque del Lago

Nel quadro di una valutazione ambientale integrata, verranno monitorati sia i contaminanti

emergenti derivanti da attività industriali e domestiche (farmaci, prodotti per la cura personale, disinfettanti, plasticizzanti, surfattanti, perfluorati) sia le microplastiche presenti nelle acque del Lago. “L’obiettivo dell’analisi chimica è quello di individuare, mediante metodiche di screening non target e target, la presenza di contaminanti emergenti nelle acque del Lago d’Orta, al fine di valutare eventuali pressioni antropiche e identificare potenziali fonti di inquinamento” spiega Noelia Salgueiro-Gonzalez, capo dell’Unità di Spettrometria di Massa per il Monitoraggio Ambientale dell’Istituto Mario Negri (IRFMN).

Parallelamente, un’attenzione particolare sarà dedicata allo studio delle microplastiche, per comprenderne la loro distribuzione e le caratteristiche. “Questa attività consiste in una caratterizzazione quali-quantitativa delle plastiche negli immissari del lago e mira a identificare e classificare i detriti plastici in base a dimensione, forma, colore e composizione chimica, utilizzando uno spettrometro infrarosso a trasformata di Fourier” specifica Camilla Della Torre professoressa associata del Dipartimento di Bioscienze dell’Università degli Studi di Milano.

“Inoltre - aggiunge - in relazione al recente studio da fatto di Legambiente per quanto riguarda la contaminazione di plastiche del Lago d’Orta, specifico che i dati confermano che il Lago non ha una contaminazione da plastiche preoccupante. Le analisi presentate confermano la presenza di una microplastica per metro cubo d’acqua, un livello paragonabile se non inferiore rispetto a quanto presenti in altri laghi italiani ed europei.”

L’uso della cozza di lago come bio-sentinella tecnologica per il monitoraggio ambientale

La cozza di lago Unio Elongatulus, una specie nativa e protetta di cui si conferma la ricomparsa e ricolonizzazione del lago già a partire dal 2014, si è già rivelata, tramite studi ad hoc, fondamentale per la depurazione delle acque e il miglioramento dei fondali, agendo come "bioaccumulatore" di contaminanti ambientali presenti nella colonna d’acqua. La cozza

di lago è anche un efficace biosensore in quanto in grado di fornire risposte biologiche misurabili in risposta alla presenza di tali contaminanti.

Il progetto ambientale RisOrta, presentato e sviluppato tra 2023 e 2024, ha già dimostrato la capacità di questa specie di ripopolare le acque del Lago d’Orta oltre all’utilità nel biomonitoraggio in tempo reale dello stato ecologico del lago. Il progetto Integrare intende completare queste attività realizzate col bivalve, estendendo lo studio a più aree del lago e a nuove classi di contaminanti. 

Verrà infatti organizzato, utilizzando le cozze Unio elongatulus, un monitoraggio innovativo tramite un elettrocardiografo in grado di rilevare il battito cardiaco della cozza in tempo reale e il suo stato di salute della cozza. Questo verrà abbinato all’analisi obiettiva dei molluschi per il controllo della presenza di contaminanti emergenti e dell'inquinamento da plastica.

“Lo studio delle stato di salute dei bivalvi sarà svolto a cura del Dipartimento di Bioscienze dell’Università degli Studi di Milano. Lo studio verrà realizzato mediante la posa di gabbie contenenti le Unio elongatulus  provenienti dal Lago Maggiore, opportunamente depurate, in sei stazioni del Lago d'Orta identificate in base al potenziale diverso impatto antropico” spiega Della Torre. Dopo un anno circa le cozze saranno analizzate per valutare il profilo della contaminazione e il loro stato di salute, confrontandole con le cozze residenti native per capire anche se vivere all’interno del lago può determinare degli adattamenti che si fissano a livello genetico nel tempo.

Saranno invece i ricercatori dell’Istituto Mario Negri di Milano a occuparsi dell’analisi della presenza di contaminanti emergenti grazie a strumentazioni all'avanguardia per l'analisi chimica ad alta risoluzione. “Lo studio del bioaccumulo di contaminanti emergenti nelle cozze, abbinato all’analisi metabolomica condotta dall’Università degli Studi di Milano, ci consentirà di collegare la presenza di microinquinanti con effetti biologici misurabili negli organismi acquatici” spiega Salgueiro-Gonzalez.

Quelle utilizzate sono metodologie di studio non ancora ampiamente applicate in progetti di biomonitoraggio degli ecosistemi lacustri; aspetto che rende il progetto Integrare un caso di rilievo.

Questa iniziativa si sviluppa in coerenza continuativa con quanto avviato con i precedenti progetti “Ris-Orta”, dedicato al ripopolamento della cozza di lago nativa delle nostre acque e Cusio 2030, che ha invece come focus il ripopolamento ittico

Lago d’Orta: la qualità delle sue acque superficiali oggi.

Nota a cura del Presidente Giovanni De Bernardi

Relativamente alla presenza di microplastiche segnalate dall’ultimo rapporto diffuso da Legambiente Monitoraggio delle microplastiche nel Lago d’Orta” realizzato da Arpa Piemonte in collaborazione con ENEA e Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta’” trovo importante sottolineare l’importanza di promuovere una comunicazione dei dati sempre focalizzata a chiarire il significato dei risultati ottenuti e che non si presti a creare un allarme mediatico ingiustificato, soprattutto se viene rivolta a persone non addette ai lavori. Infatti, pur non volendo negare la presenza di microplastiche ritrovate in tutti i laghi italiani e nei ghiacciai ritrovate anche nel Lago d’Orta, queste risultano essere in media con gli altri bacini lacustri indagati; e a dirlo è proprio il rapporto stesso di Legambiente. Integrare ha come obiettivo organizzare un nuovo censimento strutturato e aggiornato volo a individuare le specifiche tipologie di inquinanti presenti al fine di consentire lo sviluppo di strategie mirate al ripristino dell’ecosistema”. Detto ciò,  analizzando bene le varie casistiche, il lago d’Orta risulta averne molte meno.

Sempre leggendo i dati Arpa si nota che sono state individuate 17 differenti microplastiche  misurabili, ovverosia in quantità sufficiente da essere individuate con la strumentazione migliore oggi disponibile ( micro-FTIR),  ma è noto che di microplastiche ne esistono oggi al mondo molte migliaia di tipi diversi, e pertanto le 17 indicate sono solo le più abbondanti, ed è purtroppo ragionevole prevedere che in futuro questo numero possa aumentare ovunque.

Inoltre, le percentuali dei polimeri trovati corrispondono a quelli più usati quotidianamente, e in particolar modo a quelli derivanti dai cosiddetti oggetti monouso, che pertanto è bene non usare il più possibile.

Per quanto riguarda invece il problema dell’inquinamento microbiologico degli immissari che influiscono poi sulla balneabilità, come risulta dal Bollettino sulla Balneazione di Arpa Piemonte, si rileva che le 15 spiagge in cui vengono regolarmente svolte le misure di inquinanti microbiologici presentino un livello di contaminazione molto basso, e gli ultimi dati disponibili del 24 giugno 2025 confermano che addirittura 12 su 15 spiagge sono classificate come ottime, e le altre o buone o comunque sufficienti ; si veda (https://webgis.arpa.piemonte.it/balneazione-piemonte/bollettino).

In fine si vuole precisare che il nostro lago è stato scelto come “laboratorio naturale per studi più approfonditi” per le favorevoli condizioni di logistica e attrezzature, e non perché più inquinato di altri.

Camilla Della Torre Unimi progetto Integrare 

Andrea Del Duca direttore ecomuseo progetto integrare

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