(Adnkronos) - Mentre continuano i difficili negoziati tra Israele e Hamas su una possibile tregua Gaza, "stiamo cercando di ottenere il rilascio della metà degli ostaggi vivi e dei corpi dei caduti, in cambio di un cessate il fuoco temporaneo di 60 giorni. All'inizio del cessate il fuoco entreremo in negoziati per la fine permanente della guerra, secondo le condizioni che abbiamo stabilito: Hamas depone le armi, non ha capacità di governo né militari, e Gaza viene smilitarizzata". A dettare le condizioni è il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un videomessaggio.
Il premier ha inoltre lanciato un chiaro avvertimento in caso di fallimento dei negoziati: "Se ciò non sarà raggiunto nei 60 giorni di trattativa, lo otterremo in altro modo: con l’uso della forza da parte dell’esercito".
Vanno avanti intanto, per il quinto giorno consecutivo in Qatar, i negoziati indiretti per un cessate il fuoco nella Striscia, ha spiegato all'agenzia Afp un funzionario a conoscenza degli sviluppi, secondo il quale "Hamas e Israele sono sempre in Qatar" e vanno avanti i colloqui tramite i mediatori iniziati domenica scorsa.
Questi ultimi, ha detto la fonte, "fanno la spola tra le due parti per lo scambio di idee, con l'obiettivo di superare le ultime divergenze e mantenere lo slancio verso un accordo".
"A seguito delle risoluzioni del governo israeliano e del dialogo costruttivo tra Israele e l'Ue, sono stati concordati da parte di Israele passi significativi per migliorare la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza". Ad annunciarlo è stato intanto un portavoce della Commissione europea durante il briefing giornaliero con la stampa, specificando che l'accordo "è il risultato del dialogo" tra l'Alta rappresentante dell'Ue per gli affari esteri, Kaja Kallas, e il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar.
Le misure previste dall'accordo "saranno attuate nei prossimi giorni, con la comune comprensione che aiuti su larga scala debbano essere consegnati direttamente alla popolazione e che continueranno a essere adottate misure per evitare qualsiasi deviazione degli aiuti verso Hamas", prosegue il portavoce della Commissione, reiterando che l'Ue "rinnova l'appello per un cessate il fuoco immediato e la liberazione di tutti gli ostaggi rimasti" e "sostiene gli attuali sforzi di mediazione di Egitto, Qatar e Stati Uniti".
L'accordo, spiega, prevede un "sostanziale aumento" dei camion giornalieri di generi alimentari e non alimentari in ingresso a Gaza; l'apertura di diversi altri valichi, sia nelle aree settentrionali che meridionali; la riapertura delle rotte di aiuto giordana ed egiziana; la distribuzione di generi alimentari attraverso panifici e mense pubbliche in tutta la Striscia di Gaza; la ripresa delle forniture di carburante per le strutture umanitarie "fino a un livello operativo"; la protezione degli operatori umanitari; e la riparazione e facilitazione dei lavori sulle infrastrutture vitali, come la ripresa della fornitura di energia all’impianto di desalinizzazione dell’acqua.
L'accordo Ue-Israele è il risultato dei contatti tra Kallas e Sa'ar "in linea con l’approccio delineato dall’Alta rappresentante al termine dell’ultimo Consiglio affari esteri, quando aveva annunciato che questo dialogo sarebbe stato avviato proprio per cambiare la situazione sul terreno: l’accordo è il frutto dei suoi sforzi", puntualizza il portavoce.
Nella strategia tratteggiata nelle ultime settimane dai funzionari europei, la possibile sospensione dell'Accordo di associazione Ue-Israele (osteggiata da una minoranza di leader al Consiglio europeo) figurava tra gli strumenti di pressione da utilizzare per portare Israele a rispondere alle richieste dell'Ue.
Sarebbero 773 le persone che sono intanto state uccise nella Striscia di Gaza, vicino ai centri di distribuzione aiuti dell'americana Gaza Humanitarian Fund, da quando ha iniziato a operare con il sostegno di Israele alla fine di maggio. Lo riferisce il Gaza media office, aggiungendo che 5.101 persone sono rimaste ferite e 41 risultano disperse per attacchi vicino al centro aiuti.