Un infermiere colpito al volto da un paziente psichiatrico nel pronto soccorso del “Perrino” di Brindisi. Fratture, trauma oculare, quindici giorni di prognosi. È solo l’ennesimo episodio in una lunga scia di violenza che si consuma quotidianamente nelle corsie ospedaliere italiane.
Il presidente nazionale del Nursing Up, Antonio De Palma, non usa mezzi termini: “Gli ospedali non possono essere un ring. Ma oggi lo sono. Se la politica resta inerme, ci pensiamo noi. Partono allora dalla Toscana i primi corsi di autodifesa per infermieri, organizzati e finanziati dal nostro sindacato”.
“I corsi – sottolineano da NursingUp - nascono come risposta concreta all’escalation di aggressioni, soprattutto notturne, quando troppi ospedali restano privi di presidi di polizia. Dove le forze dell’ordine ci sono, e non accade certo ovunque, perché i presidi h24 si contano, da nord a sud, sulle dita di una mano, spesso operano solo al mattino e si limitano ad allertare i più vicini commissariati. Il più delle volte, drammatica conseguenza di tutto ciò, gli agenti intervengono a violenze già tristemente “consumate”. Le guardie giurate, pur presenti, non hanno alcun potere di intervento”.
“Oltre il 70% delle vittime sono donne. Le aggressioni avvengono per frustrazione, per rabbia, per esasperazione. Ma i professionisti non devono pagare il prezzo della disorganizzazione cronica della sanità territoriale”, incalza De Palma. “I corsi che abbiamo programmato insegnano a gestire verbalmente le crisi, a difendersi fisicamente solo se necessario, a prevenire le escalation. Non addestriamo ad attaccare – ribadisce De Palma – ma formiamo gli infermieri a non subire più in silenzio”.