Attualità - 01 giugno 2025, 08:00

Referendum, Confartigianato Piemonte di schiera contro i quesiti sul lavoro

La confederazione esprime la propria posizione su ognuno degli argomenti trattati alle urne l'8 e il 9 giugno

Referendum, Confartigianato Piemonte di schiera contro i quesiti sul lavoro

Confartigianato Imprese Piemonte esprime la propria posizione in merito ai cinque quesiti che saranno sottoposti ai cittadini in occasione dei referendum dell’8 e 9 giugno. “Dopo una riflessione sui contenuti e sulle possibili ricadute sul mondo dell’artigianato e delle pmi – si legge in una nota della confederazione - Confartigianato Piemonte si dichiara contraria ai primi quattro quesiti referendari, ritenendo che gli stessi presentino notevoli criticità per il tessuto produttivo che rappresenta”. Per quanto riguarda, invece il quinto quesito, relativo all’acquisizione della cittadinanza, la confederazione sottolinea come “l’interrogativo deve essere affrontato da un punto di vista culturale e non ideologico e pur riconoscendo nella manodopera straniera qualificata un’opportunità, anche alla luce dell’attuale contesto demografico, ritiene imprescindibile l’accettazione e il rispetto delle regole e le usanze locali”.

Di seguito l’analisi condotta da Confartigianato su ogni singolo quesito referendario.

Per quanto riguarda il primo, ovvero l’abrogazione del Jobs Act (articoli su licenziamenti e tutele crescenti), la confederazione dichiara: “Le norme introdotte dal Jobs Act, pur non richieste dalle imprese artigiane per cui licenziare è l’ultimo dei pensieri e che semmai hanno bisogno di collaboratori in forma continuativa e a tempo indeterminato, hanno generato comunque una flessibilità che si è assestata nelle opzioni a disposizioni dell’imprenditore artigiano. La nostra preoccupazione è legata ad un eccesso di sfiducia che si creerebbe tra chi vuole assumere”.

Sul secondo quesito, relativo all’abrogazione della normativa che tutela le piccole imprese, “La previsione di un tetto massimo alle indennità per i licenziamenti illegittimi nelle imprese sotto i 16 dipendenti è una misura di equilibrio e proporzionalità, che tiene conto della capacità economica ridotta delle microimprese. Riteniamo che la sua rimozione produrrebbe effetti distorsivi e disincentivanti per l’occupazione, accrescendo in modo esponenziale il rischio imprenditoriale legato all’assunzione. Il timore è che una giurisprudenza imprevedibile o tendenzialmente punitiva porterebbe, in molti casi, a una contrazione prudenziale delle assunzioni”.

Il terzo quesito riguarda l’abrogazione della normativa sui contratti a termine. Così Confartigianato: “Il ripristino dell’obbligo di indicare una causale anche per i contratti a termine inferiori ai dodici mesi si configura come un ritorno a una disciplina eccessivamente formalistica, che non tiene conto della fisiologia produttiva delle imprese artigiane. Queste ultime, operando spesso in contesti di domanda variabile, necessitano di strumenti contrattuali flessibili, idonei a rispondere in modo tempestivo e legittimo a picchi stagionali, commesse improvvise o esigenze di sostituzione. Inoltre, la reintroduzione della causale non solo aumenterebbe il rischio di contenzioso ma potrebbe avere un effetto deterrente sull’utilizzo regolare dei contratti, favorendo paradossalmente fenomeni di lavoro irregolare”.

La confederazione commenta così il quarto quesito, relativo all’abrogazione della normativa sugli appalti: “L’estensione della responsabilità solidale anche al committente, per gli infortuni e gli illeciti commessi dal datore di lavoro appaltatore, è una misura che, pur animata da intenti condivisibili, presenta delle criticità per il mondo delle piccole imprese. L’effetto pratico sarebbe una drastica riduzione delle commesse e un incremento del contenzioso tra soggetti contraenti, scoraggiando la collaborazione tra imprese che costituisce, invece, un cardine del modello artigiano e cooperativo”.

Infine, Confartigianato Piemonte esprime la propria posizione anche sul quinto quesito, il quale riguarda l’acquisizione della cittadinanza per minori stranieri nati o cresciuti in Italia: “Le imprese artigiane continuano a costituire un presidio produttivo, culturale e di legalità sul territorio, spinte dall’amore per le sue tradizioni e per l’Italia. Al netto dell’esigenza di alcune aree politiche di garantirsi un elettorato futuro ci si aspetta, allo stesso modo, che gli immigrati sposino questi valori e li acquisiscano come capitali senza cercare di imporre i loro. In questo senso è poco rilevante il lasso di tempo in cui risiedono in Italia quanto la reale volontà di riconoscersi nei fondamenti culturali e valoriali che ci rendono una Nazione unica al mondo col territorio più bello che ci sia”.

l.b.

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