“Di fronte all’intelligenza artificiale la grande sfida è quella dell'etica”. Lo ha detto ieri sera il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana chiudendo a Novara il ciclo dei quattro “quaresimali” inseriti nel programma di Passio 2024.
Una serata di altissimo livello culturale, che ha idealmente chiuso il cerchio delle riflessioni sul tema complesso e stimolante dell’intelligenza artificiale.
Con monsignor Zuppi è intervenuto fra Paolo Benanti componente del New Artificial Intelligence Advisory Board del’Onu e presidente della Commissione sull'intelligenza artificiale per l'informazione del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Introdotti e guidati dal vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla, i due relatori hanno affrontato alcuni degli aspetti più importanti per la comprensione del fenomeno della IA, soprattutto nelle sue implicazioni nella vita quotidiana e, di conseguenza, negli aspetti valoriali.
“Il problema – ha detto tra l’altro Zuppi – è usare gli algoritmi e non esserne usati. Siamo davanti ad uno strumento straordinario ma questo pone ancora di più il problema della cura del dell'umano, perché altrimenti quelle intelligenze artificiali possono dominare e diventare terribili strumenti di annientamento, come dimostra il rapporto fra l'intelligenza artificiale e la guerra”.
Paolo Benanti si è soffermato in modo particolare sugli scenari futuri (ma non futuribili) dell’applicazione della tecnologia dell’intelligenza artificiale nelle dinamiche sociali.
“L’applicazione dell’intelligenza artificiale – ha detto - quando arriverà sul mondo del lavoro tenderà anche per interessi economici a surrogare di più quelli che sono i lavori meglio pagati, perché l’IA è molto più brava a fare i compiti cognitivi più alti”. “Chi lavora in banca e lavora coi numeri o svolge lavori che presuppongono compiti cognitivi alti – ha spiegato - vede un grande avversario nell'intelligenza artificiale mentre chi consegna le pizze con la bicicletta per il delivery vede un piccolo avversario nell'intelligenza artificiale”.
“La questione – ha aggiunto - è problematica perché se l'intelligenza artificiale andrà a surrogare i lavori meglio pagati noi rischiamo di aumentare la disuguaglianza e se aumentiamo la disuguaglianza ci possono essere anche problemi di tenuta sociale”.
“Io penso – ha concluso – che l’intelligenza artificiale non ci sostituirà in tutto ma bisogna gestire politicamente quello che andrà a sostituire: in qualche misura vanno messi dei guardrail che evitino di far fare all’intelligenza artificiale semplicemente il comodo di chi vuole guadagnare di più della sua applicazione”.