Economia - 22 agosto 2023, 15:00

In Piemonte stop ai diesel Euro 5 da metà settembre, artigiani e commercianti sul piede di guerra

Banchieri (Confesercenti): "Non è così che si sostengono le imprese". Santis (Confartigianato): "E' come impedire alle aziende di lavorare"

In Piemonte stop ai diesel Euro 5 da metà settembre, artigiani e commercianti sul piede di guerra

Prima ancora che il provvedimento entri in azione si è scatenata la reazione stizzita e contrariata delle associazioni economiche. Dal 15 settembre (fino al 15 aprile 2024) la Regione Piemonte ha deciso di vietare la circolazione dei diesel Euro: lo stop arriva con due anni di anticipo rispetto al 2025, anno in cui era prevista l'entrata in vigore delle nuove limitazioni antismog.

Stop ai diesel euro 5 dal 15 settembre

Una misura che boccherà la circolazione dei mezzi diesel meno recenti (e di quelli a benzina fino a Euro 2 incluso e i Gpl e metano fino a Euro 1) dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle 19. Si calcola che saranno coinvolte oltre 300 mila vetture da questo stop, con commercianti e artigiani che sono scesi già sul piede di guerra: "Fra blocco degli Euro5 dieselstrisce gialloblu e aumento dei ticket per i parcheggi e i mezzi, si prepara un rientro dalle ferie disastroso per i commercianti, ma anche per i cittadini. Comune e Regione ci riflettano: non è questo il momento per assestare un altro duro colpo a negozi, bar e ristoranti”. Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Torino e Piemonte, non ha dubbi: i provvedimenti sulla viabilità nelle loro varie articolazioni avranno un solo effetto: "mettere in ulteriore difficoltà il commercio”.

Banchieri (Confesercenti): "Colpiti commercianti e cittadini"

Nel mirino, quindi, finisce anche il Comune di Torino per la decisione di introdurre le strisce gialloblu per favorire i residenti, oltre agli annunciati aumenti delle tariffe per i parcheggi e i mezzi pubblici. "Davvero – prosegue Banchieri – si piò pensare che ambulanti e agenti di commercio, per cui l’auto è strumento essenziale di lavoro, siano in grado in un periodo come questo di sostituire i loro Euro5? Ma questo vale anche per i tanti cittadini nelle stesse condizioni, che dovrebbero affrontare la spesa per cambiare l’auto quando già sono alle prese con bollette, mutui e inflazione. A quegli stessi cittadini si chiede poi di pagare di più i parcheggi o il biglietto per autobus e metro, con buona pace del mezzo pubblico come alternativa all’auto. Quanto alle strisce gialloblù, faranno perdere clientela ai ristoranti del centro: se trovare parcheggio sarà sempre più difficile, si scoraggiano le persone a spostarsi verso quelle zone".

È così – si chiede Banchieri – che si intende sostenere e sviluppare il commercio? In un periodo di crisi dei consumi grave e persistente bisognerebbe fare di tutto per garantire a imprese e cittadini un contesto favorevole. Invece si agisce in maniera esattamente opposta. Chiederemo a breve un incontro a Regione e Comune“.

De Santis (Confartigianato): "Come un nuovo lockdown"

Furibonda anche Confartigianato Torino, per bocca del suo presidente Dino De Santis: "Il blocco dei veicoli diesel Euro 5 è un provvedimento iniquo ed anti-imprenditoriale. Iniquo, perché penalizza le famiglie che non possono permettersi di sostituire l’auto: se non sei ricco non ti resta che viaggiare in bus (affidandosi ad un traporto locale sempre più costoso e inefficiente), oppure inforcare una bici o un monopattino. Anti-imprenditoriale, perché si fa finta di non sapere che il divieto di circolazione non si limita a penalizzare chi usa l’auto per recarsi al lavoro, ma impedisce di lavorare a tutti coloro-a cominciare dagli artigiani-per i quali il furgone non è un mezzo per spostarsi ma è un vero e proprio strumento di lavoro per raggiungere i clienti. In questo caso non si tratta di dover fare fronte a qualche disagio per sette mesi, bensì di non riuscire più a mandare avanti la propria attività imprenditoriale".

"Necessario al più presto un incontro in Regione"

De Santis rincara poi la dose: "Ancora una volta dobbiamo prendere atto dell’incapacità di varare misure strutturali per contrastare l’inquinamento, a cominciare da interventi capillari e seri su caldaie, stufe a bio massa, impianti termici vari. Ancora una volta a fronte delle prescrizioni dell’Unione europea si preferisce ricorrere alla soluzione più facile, ovvero impedire alle persone e alle imprese di spostarsi. Diciamocela tutta: il blocco anti-smog è per le micro-imprese un vero e proprio lockdown imposto per ragioni non sanitarie ma ambientali. Un ulteriore colpo assestato ad un settore che dopo aver pagato un duro prezzo durante la pandemia ora si trova a fare i conti con le conseguenze dell’inflazione".

Ma la cosa più sconcertante, per il presidente di Confartigianto Torino, è che non si siano ancora previsti incentivi per la rottamazione, "indispensabili per aiutare famiglie e artigiani ma anche l’intero settore dell’automotive: aspettiamo un intervento urgente da parte della Regione Piemonte”, ha concluso De Santis, facendosi portavoce delle imprese artigiane del territorio.

Redazione Torino

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