Attualità - 05 giugno 2023, 08:10

Coldiretti Piemonte non sogna una carne sintetica e accusa: "Inquina 25 volte di più di quella normale"

L'associazione di categoria sulla ricerca dell'Università della California

Coldiretti Piemonte non sogna una carne sintetica e accusa: "Inquina 25 volte di più di quella normale"

"Il potenziale di riscaldamento globale della carne sintetica (o meglio a base cellulare come suggerito dall’Oms), definito in equivalenti di anidride carbonica emessi per ogni chilogrammo prodotto è da 4 a 25 volte superiore a quello della carne bovina tradizionale, secondo i risultati della ricerca realizzata da Derrick Risner ed i suoi colleghi dell'Università della California a Davis". E’ quanto riferisce la Coldiretti nell’evidenziare che lo studio è stato appena pubblicato sul sito www.biorxiv.org come contributo alla chiarezza in un campo d'indagine molto recente sul quale crescono le ombre.

"I ricercatori hanno condotto una valutazione del ciclo produttivo della carne a base cellulare stimando l'energia utilizzata in ogni fase con gli attuali metodi di produzione, un parametro che è grosso modo indipendente dal tipo di carne prodotta. In particolare è stata focalizzata l'attenzione sulle sostanze nelle quali vengono fatte crescere in laboratorio le cellule staminali che sembrano avere un forte impatto sull'ambiente, in particolare a causa dei processi di trattamento necessari per evitare la formazione di tossine o batteri. Il risultato è che la produzione della carne in laboratorio è più impattanti dal punto di vista ambientale della zootecnia tradizionale". 

“Le preoccupazioni ambientali che arrivano dal mondo della ricerca – commentano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – fanno seguito ai rischi per la salute censiti nel primo Rapporto FAO-OMS sul cibo a base cellulare, pubblicato lo scorso aprile e che, all’interno delle sue 134 pagine, ha evidenziato la necessità di garantire la sicurezza alimentare attraverso l’identificazione dei pericoli potenziali nella catena di produzione degli alimenti, al fine di valutare ulteriormente i rischi loro associati prima della diffusione commerciale su larga scala".

"I pericoli potenziali per la salute individuati all’interno del paper sono ben 53, spaziano dalle allergie ai tumori e interessano le quattro fasi della loro lavorazione: la selezione delle cellule, la produzione, la raccolta e la trasformazione. Rischi che, secondo gli esperti consultati da FAO e OMS riguardano la trasmissione di malattie, le infezioni animali e la contaminazione microbica – precisano ancora Moncalvo e Rivarossa – oltre alla necessità di prestare particolare attenzione ai componenti utilizzati nei bioreattori, come fattori della crescita e ormoni, e sulle modalità con cui queste molecole attive possono interferire con il metabolismo o essere addirittura associate allo sviluppo di alcuni tipi di cancro. Senza dimenticare che, sempre secondo il Rapporto FAO-OMS, gli ingredienti aggiunti per migliorare le caratteristiche dei cibi sintetici possono causare reazioni allergiche anche gravi".

"Dal mondo scientifico – concludono – cominciano ad arrivare conferme sulla necessità di rispettare il principio di precauzione di fronte a una nuova tecnologia che ancora presenta molte incognite e rischia di cambiare sia la vita delle persone che l’ambiente che ci circonda. Proprio per questo, la sfida che la Coldiretti lancia alle istituzioni europee è che i prodotti in laboratorio nei processi di autorizzazione non vengano equiparati a cibo, bensì a prodotti di carattere farmaceutico".

C.S.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Ti potrebbero interessare anche:

SU