Ambiente - 18 giugno 2022, 19:00

Regione Piemonte e Province si sono confrontate sulla crisi idrica

Nel Novarese 10 Comuni hanno dovuto ricorrere all’interruzione notturna della fornitura, razionare l’acqua anche di giorno non è una misura attualmente sul tavolo

Regione Piemonte e Province si sono confrontate sulla crisi idrica

Emergenza siccità: nel pomeriggio di ieri il presidente della Provincia di Novara Federico Binatti e i consiglieri delegati all'Ambiente Rosa Maria Monfrinoli e alla Protezione civile Arduino Pasquini, insieme con dirigenti e funzionari dell'Ente, hanno partecipato alla videoconferenza "indetta dalla Regione Piemonte con tutte le Province - riferiscono il presidente e i consiglieri - per fare il punto della situazione rispetto alle criticità idriche riguardanti la potabilità per il consumo umano e quella afferente al mondo agricolo rilevate nelle varie zone del Piemonte e per condividere proposte nella gestione della preoccupante situazione attuale".

Nella giornata di ieri la Regione ha inoltre richiesto lo stato di emergenza per l’intero territorio e dello stato di calamità per l’agricoltura, oltre al rilascio di acque dai bacini utilizzati per produrre energia idroelettrica a supporto dell’irrigazione delle colture e deroga al minimo deflusso vitale dei fiumi. La decisione è stata assunta nel corso dell’insediamento del tavolo permanente per monitorare e affrontare la situazione di emergenza e del quale fanno parte le organizzazioni agricole, i consorzi irrigui, l’ARPA Piemonte, le Autorità d’ambito del servizio idrico integrato e l’Associazione nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari. Il coordinamento dell’attività del tavolo, che rimane convocato fino al superamento della crisi, è stato affidato all’assessore all’Ambiente. La Regione ha evidenziato che la crisi idrica causata dalla siccità sta facendo registrare in Piemonte livelli di gravità assoluta per gli agricoltori, che stanno già affrontando l’aumento dei costi dei concimi e della benzina agricola, il cui prezzo ha raggiunto ormai quello della benzina tradizionale. Per questo motivo è stato chiesto per il comparto lo stato di calamità naturale, che consente di agire in tutela degli agricoltori nel caso di danni, che già ci sono e che bisogna evitare si prolunghino. È stata inoltre valutata la possibilità di agire, in accordo con i gestori degli invasi, per rilasciare un quinto delle acque contenute nei bacini idroelettrici, operazione che permetterebbe di garantire 15-20 giorni di respiro e salvare il raccolto e le produzioni agricole grazie all’aumento della portata dei fiumi e dei canali di irrigazione. Altra misura sul tavolo la deroga al minimo deflusso vitale dei fiumi, procedura che compete alle Province e che consente di prelevare più acqua di quella prevista garantendo la quantità necessaria per mantenere l’equilibrio stesso del fiume e la vita degli organismi che ne popolano le acque.

Con Lombardia e Canton Ticino si sta valutando, inoltre, l’eventualità di provvedere a un maggior rilascio di acqua anche dai laghi.

Per quanto riguarda carenza in alcune zone dell’acqua utilizzata per l’uso

domestico, al momento in Piemonte sono 170 i Comuni con ordinanze adottate o in corso di adozione sull’uso consapevole dell’acqua potabile e di limitazione o divieto di usi impropri. Nel Novarese 10 Comuni hanno anche dovuto ricorrere all’interruzione notturna della fornitura: nel territorio della Provincia di Novara e della Provincia del Vco 40 ordinanze emanate o in via di emanazione, 10 interruzioni notturne e mille interventi con autobotti.

Si tratta di una crisi idrica peggiore di quella del 2003, tanto che il Po ha una portata d'acqua inferiore del 72% di quella naturale. La criticità riguarda l’acqua di sorgente, perché non c’è neve sulle montagne.

Razionare l’acqua anche di giorno non è una misura attualmente sul tavolo, ha spiegato il Presidente, ma è importante che tutti prendiamo consapevolezza della complessità della situazione mettendo in campo un comportamento saggio e virtuoso sul nostro modo di usare l’acqua, un bene prezioso che non dobbiamo dare per scontato. Gli effetti dei cambiamenti climatici, ha aggiunto, inducono a considerare questa situazione come un problema con il quale ci si dovrà purtroppo confrontare e quindi diventa sempre più necessaria un’azione strutturata e non “di rincorsa” sfruttando al meglio i fondi europei in arrivo.

La Protezione civile è pronta per tutti gli interventi che saranno necessari, dalla fornitura di autobotti per i luoghi dove l’acqua è più scarsa all’assistenza alla popolazione per le necessità che si stanno manifestando.

C.S.

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