Il nemico numero uno per la risicoltura, “pezzo forte” dell’agricoltura della pianura del Po e del novarese in particolare – 27% della superficie coltivabile tra Piemonte e Lombardia per oltre 200.000 ettari, 1700 aziende a cavallo delle due regioni – è la scarsità d’acqua. E per una coltura che vive di acqua, non si tratta di un piccolo problema.
Per affrontarlo tutto il settore prova a costruire uno strumento di lavoro condiviso che risponda ai problemi e costruisca nuove opportunità. Nasce con questo spirito il protocollo per la coltivazione del riso firmato questa mattina al Castello Visconteo Sforzesco di Novara. Protagonista una cordata con tutti gli attori politico-amministrativi, tecnici e professionali del settore: gli assessorati all’agricoltura delle due Regioni, i consorzi irrigui Est e Ovest Sesia, l'Autorità di bacino distrettuale del Po, l’Ente Risi, Consorzio di Bonifica di Baraggia vercellese e biellese, Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi.
L'obiettivo dell'accordo, frutto di un lavoro durato diversi anni (anche a causa dei rallentamenti nel periodo più acuto dell’emergenza pandemica, è anzitutto quello di razionalizzare le modalità di derivazione dei corsi d'acqua, creando anche strategie di adattamento ai cambiamenti climatici promuovendo azioni finalizzate a limitarne gli impatti negativi sulla coltura del riso.
In questo senso più di uno tra gli intervenuti – in particolare i rappresentanti delle organizzazioni di categoria degli agricoltori – hanno invocato una strategia comune sul tema dello stoccaggio dell’acqua tramite invasi. Altro tema cruciale che è stato posto alla base del protocollo è quello della sostenibilità ambientale: diminuire gli inquinanti nelle acque e ridurre le emissioni di gas in atmosfera, far crescere la qualità del prodotto anche promuovendo una risicoltura sostenibile, che tuteli la biodiversità.
Il segreto – come hanno sottolineato gli assessori regionali piemontesi all’ambiente Matteo Marnati e all’agricoltura Marco Protopapa e l’assessore all’agricoltura della Lombardia, Fabio Rolfi, è fare squadra, costruire una lobby del riso. “Intorno – ha detto Marnati - c’è un mondo intero che vorrebbe farci le scarpe: noi dobbiamo difendere un riso sano e sostenibile che diventa anche un fattore di salvaguardia del territorio".