Ora che anche il Consiglio di Stato è intervenuto mi aspetto una reazione repentina anche da parte della Regione. Il Presidente, insieme agli assessori alla Sanità e al Lavoro, può intervenire e valutare di rivedere completamente la gara. La questione riguarda la salute dei cittadini e i diritti dei lavoratori e non può essere delegata solo alla magistratura.
La Giunta purtroppo tace e ancora non ha risposto a una mia interrogazione del 24 marzo scorso su questo tema. Atteggiamento che mi ha spinto a chiedere un’informativa urgente ai presidenti delle commissioni legalità, lavoro e sanità proprio nei giorni scorsi.
Ma dopo la sentenza del Consiglio di Stato credo sia doveroso che la Giunta intervenga durante il Consiglio Regionale di martedì. Parliamo di una gara di livello regionale, dal valore di centinaia di milioni di euro, da cui dipendono anche la salute dei piemontesi e il lavoro di migliaia di persone.
Le istituzioni regionali si sono già espresse su questi temi con un protocollo d’intesa sottoscritto dalla Giunta regionale con le organizzazioni sindacali nel maggio del 2016 e con una delibera del Consiglio regionale nell’ottobre 2017. E’ stato detto con chiarezza che le clausole sociali per la tutela dei lavoratori dovevano diventare un obiettivo per i direttori di enti strumentali e partecipate della Regione nel predisporre gli appalti. Queste linee di indirizzo vanno rispettate. Non è, infatti, accettabile che lavoratori e lavoratrici impegnati nei nostri appalti guadagnino salari al di sotto della soglia di povertà e di dignità.
La pandemia ha reso ancora più necessario un cambio di rotta per queste gare che non possono essere orientate solo al contenimento dei costi, ma devono preservare salute e diritti.
Domenico Rossi, vice-presidente Commissione Sanità